Tentato suicidio al carcere minorile di Airola

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Ha pensato bene di ingerire del detersivo in senso di protesta per un mancato trasferimento, ma l’estemporanea protesta di un detenuto straniero minorenne dell’Istituto penale per minorenni di Airola, nel Beneventano, poteva avere conseguenze gravi per la sua salute.

A dare la notizia è Sabatino De Rosa, vicecoordinatore regionale per la Giustizia minorile della regione Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che spiega: “Nel pomeriggio di domenica, un detenuto straniero minorenne, a seguito di una richiesta di trasferimento non ancora avvenuto ha ingerito del detersivo in senso di protesta. Il gesto irresponsabile del recluso, non nuovo a questi comportamenti (tra i quali anche un altro tentato suicidio), ha causato l’allertamento di tutta la Polizia penitenziaria, in servizio e non. Si è reso necessario l’intervento del 118 per trasportarlo al Nosocomio più vicino per le cure del caso. Lo stesso è rientrato in tarda notte e la Polizia penitenziaria in servizio con non poche difficoltà è riuscita ad evitare il peggio e questo è encomiabile”.

“Baschi Azzurri da elogiare”, sottolinea il sindacalista, “perché nonostante la cronica carenza di organico la Polizia Penitenziaria riesce sempre a sopperire alle più gravi carenze che la vita in carcere mette davanti. Come ribadito altre volte, il SAPPE ribadisce questi utenti con evidentemente patologie psichiatriche vengano gestiti in strutture adatte alla loro patologia e da personale qualificato”. De Rosa denuncia infine che “il detenuto artefice dell’avvelenamento è ristretto in un Reparto dichiarato inagibile dalle autorità competenti e dove la Polizia Penitenziaria ogni giorno deve svolgere turni quotidiani a rischio. Un Reparto detentivo nel quale, come segnalato qualche mese fa proprio dal SAPPE ai vertici della Giustizia Minorile e di Comunità nella visita presso il carcere minorile sannita, manca l’acqua calda!”. Donato Capece, segretario generale del SAPPE commenta: “L’ennesima grave vicenda avvenuta ad Airola porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria della Nazione. Questo grave fatto è la conseguenza dello smantellamento, negli anni, delle politiche di sicurezza dei penitenziari. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto, maggiorenni ristretti nelle carceri per minori ed assenza di Polizia Penitenziaria favorisce inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui”. Per il leader del SAPPE, che incontrerà nei prossimi a giorni a Roma il Capo del DGMC Antonio Sangermano, “la situazione penitenziaria regionale e nazionale fa, ogni giorno di più, emergere la tensione che è non più latente ma palese ed evidente. Bisogna intervenire con celerità, a tutela dei poliziotti penitenziari, orgoglio non solo del SAPPE e di tutto il Corpo ma dell’intera Nazione”. E torna a sollecitare “provvedimenti urgenti”, a cominciare da “un inasprimento di pena per i detenuti che aggrediscono il personale di Polizia Penitenziaria durante la permanenza e l’espiazione di pena in carcere”. “Serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, conclude il leader del primo Sindacato dei Baschi Azzurri.

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