Un primo maggio amaro In Irpinia, una provincia dove il lavoro continua a mancare, in una delle aree più depresse dello stivale. Il corteo della CGIL è partito alle 10 dal piazzale della chiesa di San Ciro e si è snodato lungo viale Italia e Corso Vittorio Emanuele. In Irpinia lavoro significa soprattutto vertenza ex Irisbus, ferma ormai su binario morto e che continua a tenere in apprensione sindacati e lavoratori che vivono mesi all’insegna dell’incertezza.
Il grido d’allarme arriva dal segretario generale CGIL Franco Fiordellisi e dalla “pasionaria” della fabbrica di Flumeri Silvia Curcio. “La vicenda ex Irisbus, ora IIA, è una vicenda storica – spiega Fiordellisi – che oggi rilanciamo insieme anche alle preoccupazioni di altre aziende importanti di una filiera eccellente come quella dell’automotive e del meccanico in Italia e in Irpinia in particolare, perché anche la vicenda FCA ci preoccupa molto. Si sono alternati 6 governi e 7 ministri probabilmente quest’anno arriveremo al settimo governo e all’ottavo ministro e ancora non ci sarà una soluzione – gli fa eco la Curcio – Avevamo avuto l’exploit di ferrovie dello stato quella sarebbe stata la soluzione davvero ma oggi le Ferrovie dello Stato non sono più interessate a questa vertenza per investire in Alitalia”.
Il segretario della Fiom Giuseppe Morsa risponde invece al Sottosegretario Carlo Sibilia che solo pochi giorni fa aveva parlato di un miracolo fatto dal governo nel tenere ancora in piedi lo stabilimento Valle Ufita. “Il miracolo lo vedremo solo quando torneranno al lavoro tutti i lavoratori della fabbrica. Adesso siamo in una fase di transizione, c’è un’interlocuzione che va avanti da tempo. Io non credo che bisogna dire che siamo miracolati, dopo 7 anni di vertenza, lavoratori in cassa integrazione e produzioni che vengono fatte in Turchia per cui io eviterei questi annunci”