7 milioni di case sfitte in Italia, maggior concentrazione al Sud.

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da Idealista.it

In Italia ci sono oltre sette milioni di case vuote, pari al 22,5% del totale. Si tratta di un’enorme città di abitazioni sfitte concentrate soprattutto al Sud del nostro Paese, in regioni come Calabria, Molise, Abruzzo e Sicilia per effetto dell’emigrazione, anche se al primo posto della classifica troviamo la Valle d’Aosta, dove c’è un’alta percentuale di case vacanze. A dirlo un’analisi di Solo Affitti.

Al primo posto della classifica delle case sfitte troviamo la Valle d’Aosta (50% del totale, per 58.731 immobili), a seguire molte regioni del Sud come Calabria (secondo posto con il 38,7% e 481.741 case), Molise (3/o con il 36,9% e 73.524 case), Abruzzo (quarto posto con il 32,7% e 250.038), Sicilia (con il 32,2% e 923.360).L’effetto emigrazione si rileva anche in Basilicata (29,4% e 94.809 case sfitte), Sardegna, dove sono presenti anche molte case vacanza, (28,2% e 261.120) e Puglia (25,5% e 520.026).

Nella graduatoria non mancano regioni del Nord a vocazione turistica dove ci sono, però, molte seconde case di villeggiatura come Liguria (6 posto in Italia, 30,9% e 331.863 abitazioni non occupate) e Trentino Alto Adige (con il 27,2% e 156.771).  Un maggior tasso di occupazione delle abitazioni si registra, invece, nelle regioni più popolose come il Lazio, dove solo il 17,6% di case sono vuote (488.114 in totale), così come in Campania (penultimo posto con il 17% e 417.576 case) e soprattutto Lombardia (ultima in Italia con il 15.2% per 731.665 case).

Secondo SoloAffitti è importante la valorizzazione di questo patrimonio. “Facciamo in modo che – ha detto Silvia Spronelli, presidente del franchising- questo grande patrimonio immobiliare a disposizione in Italia possa soddisfare il fabbisogno abitativo e faccia rivivere i piccoli e medi centri storici del nostro Paese. Occorre un progetto governativo chiaro sulla casa e sulle locazioni attraverso agevolazioni fiscali per proprietari e inquilini, come avviene in tanti altri Paesi europei. Un buon passo in questa direzione è la tassazione fissa al 21% della cedolare secca per i contratti a canone libero e al 10% per i contratti a canone concordato”.

Occorre, 2far conoscere di più queste agevolazioni e spingere le amministrazioni comunali a convocare le associazioni di proprietari e inquilini per rinnovare gli accordi sui canoni di locazione. A Milano e Napoli i prezzi degli affitti sono stati aggiornati dopo 10-15 anni e i contratti agevolati faticano a decollare, anche perchè i canoni concordati su alcune aree si discostano troppo dai prezzi di mercato, e i benefici per locatari e locatori tardano ad arrivare”.

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