a cura di Nicola Castorino, giornalista economico
Secondo le stime degli addetti al settore, gli italiani hanno speso nei primi sei mesi di quest’anno circa 20 miliardi di euro per acquistare auto nuove, facendo registrare un incremento di oltre il 20% rispetto a un anno fa.
La propensione a dedicare attenzione e soldi alle autovetture nuove, sostenuta anche dalle offerte a tassi promozionali delle case automobilistiche e delle reti, è stata ben agevolata dai costruttori, che hanno incentivato l’immatricolazione di un’auto nuova attraverso “pacchetti” ben confezionati e prevedenti optional “compresi” nel prezzo e finanziamenti a tassi ridotti, arrivando anche ad escludere anticipi alla consegna e pagamenti della prima rata da iniziare a distanza di mesi dall’acquisto.
Il risultato è stato un’impennata degli acquisti dei privati, che hanno sborsato 20,1 miliardi, il 22% più di quanto speso nel primo semestre 2015. Altro aspetto interessante che emerge dall’analisi di mercato è rappresentato dal fatto che negli ultimi mesi di osservazione è andata via via consolidandosi il progressivo recupero verso valori più elevati dell’importo medio dei prestiti richiesti, che nel mese di giugno si è attestato a 13.609 Euro (contro i 13.160 Euro del mese di giugno 2015), determinato anche dalla confermata propensione alla scelta dell’auto di media cilindrata, l’utilitaria quella che le case costruttrici inseriscono nel segmento B. Tuttavia, nell’aggregato relativo al primo semestre dell’anno in corso, l’importo medio richiesto è risultato pari a 13.083 Euro, con una flessione del -2,9% rispetto al corrispondente periodo 2015.
In generale, il fatto che l’importo medio richiesto si mantenga su livelli ancora contenuti, trova riscontro nella consolidata tendenza da parte degli italiani – comune anche ad altre forme tecniche di finanziamento – a cercare soluzioni di indebitamento che gravino il meno pesantemente possibile sul reddito disponibile, indirizzando la scelta dell’auto verso la cilindrata media e case di produzione “low-cost”.
Relativamente alla distribuzione per fascia di età, nei primi sei mesi del 2016 la classe in cui si è concentrata la maggior parte delle richieste si è confermata essere quella compresa tra i 45 e i 54 anni, con il 26,7% del totale, seguita ancora una volta da quella tra i 35 e i 44 anni, con il 22,0%.
Le concessioni dei prestiti continuano ad essere indirizzate verso una categoria di utenti che ha consolidato nel tempo la propria posizione lavorativa e quindi rappresenta per le finanziarie un rischio limitato. All’ultimo posto dei beneficiari i prestiti-auto, i giovani tra i 18 e 24 anni che sono il 4,8% dei richiedenti, lasciando facilmente interpretare il dato come una limitata posizione reddituale della fascia giovanile o, addirittura, la difficoltà a dimostrare adeguata capacità restitutiva.
Il trend in crescita registrato, continua a presentare un elemento di attenzione, che trova riscontro nella vita socio-economica degli italiani nel secondo millennio, la cui spinta consumistica registrare dati preoccupanti ed il ricorso al credito (il denaro degli altri, ndr) elemento ormai “irrinunciabile” all’apparire, più che all’essere.
Nicola Castorino