Sabato 28 settembre 2017 gli Amici del MdAO hanno organizzato un interessante Convegno storico artistico “Giovan Francesco Gonzaga e il suo Novecento”, per celebrare 10° anniversario della scomparsa del grande maestro lombardo del Novecento Giovan Francesco Gonzaga (1921 – 2007), che ha visto gremita di pubblico la sala del Circolo della Stampa di Avellino.
Con una mostra personale estemporanea che ha presentato alcuni lavori del maestro lombardo, essa è stata ideata e curata dal critico d’arte Stefano ORGA con la direzione artistica di Michela FEMINA (cultrice d’arte).
Sono intervenuti con dei saluti il Sac. Gerardo CAPALDO, Dott. Carlo CRESCITELLI (scrittore), il Dott. Francesco IANNACCONE (cultore d’arte), il Dott. Giuseppe D’AMORE (cultore d’arte).
Il seminario di studi è stato moderato dalla Dott.ssa Sabrina MONTANO (cultrice d’arte).
Ha relazionato il Prof. Angelo CUTOLO (cultore di storia locale) presentando la relazione “Un protagonista lombardo del Novecento” illustrando la curiosa ed avventurosa biografia del pittore, sottolineando: “Anche Giorgio de Chirico, in occasione di una personale del pittore milanese, rimase atratto dai maestosi ed eleganti cavalli di Giovan Francesco Gonzaga. Per il valore artistico delle sue opere, il maestro lombardo ha meritato vari riconoscimenti: nel 1963 con il Premio Marzotto, nel 1967 con il Pavone d’oro, nel 1972 con Le grolle, nel 1997 con una Medaglia d’oro da Papa Giovanni Paolo II e nel 2001 ricevette dal Comune di Milano l’Ambrogino d’oro.”
Ha concluso i lavori del seminario di studi il Prof. Stefano ORGA (critico d’arte) con una relazione sul tema “L’opera pittorica di Giovan Francesco Gonzaga” nella quale ho sottolineato l’importanza della figura del pittore nella Storia dell’Arte Contemporanea, affermando: “La qualità pittorica del maestro lombardo era frutto di una ragionamento relativo alla matericità del pigmento e alla sua distribuzione nella composizione. Si notava la sua ragguardevole sapienza, soprattutto nei disegni, che si presentavano forti e decisi, mostrando una notevole evidenza della sua saggia conoscenza, che derivava dagli anni dell’apprendistato giovanile, quando egli cominciò a realizzare copie dei grandi maestri esposti al Castello Sforzesco di Milano. Nel disegno ottenne risultati notevoli, infatti alcuni erano davvero mirabili, soprattutto nella descrizione dei particolari. Le sue opere mostravano un’intensità luminosa e cromatica quasi caratterizzante, che lo rendevano degno erede della cultura pittorica italiana dall’Arte Bizantina a de Chirico e Carrà. Naturalmente il maestro lombardo ha avuto una lunga carriera nelle arti figurative, tanto che per l’artista la figurazione era divenuta quasi una “devozione religiosa” che proclamava e diffondeva nelle sue realizzazioni artistiche dagli oli, ai disegni alle serigrafie. La sua pittura ebbe una trasformazione giungendo ad un mutamento nella composizione e nel cromatismo, come una sorta di evoluzione del Divisionismo lombardo, raggiungendo elevati livelli qualitativi che Gonzaga manterrà fino alla conclusione del suo ciclo artistico e vitale. Nel corso degli anni con la pittura figurativa, che Giovan Francesco Gonzaga ha realizzato, sempre con una notevole perizia, ha maturato una cifra stilistica autonoma, che ha reso le sue opere immediatamente riconoscibili ed individuabili nel panorama artistico contemporaneo.”
L’incontro artistico culturale è stato organizzato dagli Amici del MdAO (circolo culturale) con la collaborazione dell’“Associazione Culturale ACO” di Avellino e del MdAO – Museo d’arte (che ha prestato un lavoro del maestro).
Per informazioni: mdao@libero.it.
Giovan Francesco Gonzaga, pittore e scultore autodidatta, nacque a Milano il 12 giugno 1921 dove si formò artisticamente. Era un discendente della famiglia Gonzaga di Mantova. Le sue origini nobili erano rintracciabili in tutta la sua produzione artistica.
Fin da giovanissimo dimostrò uno spiccato talento artistico per il disegno, che coltivò, esercitandosi nella riproduzione e nella copia di opere dei grandi maestri del passato.
A dieci anni, realizzò trecento disegni a penna, che illustravano il cammino del genere umano dall’Età della Pietra fino alla Prima Guerra Mondiale.
Già da ragazzo nel Museo del Castello Sforzesco, passava ore a ricopiare gli studi e i disegni dei grandi del passato come Leonardo e Michelangelo.
A soli 20 anni, dopo la licenza liceale, contro il volere della famiglia, si arruolò con il Savoia Cavalleria per la Campagna di Russia, partecipò, con lo Squadrone “Fantasma”, ad azioni di pattugliamento nella steppa russa. Quest’esperienza influenzò la produzione del pittore; il suo inseparabile cavallo è stato infatti protagonista di innumerevoli dipinti, sculture, poesie.
Dopo l’esperienza dura della guerra, il giovane Gonzaga non approfondì gli studi artistici, continuò a dipingere con passione, ma da autodidatta, considerando sua unica maestra la Natura.
Anche Giorgio De Chirico, in occasione di una personale del pittore milanese, rimase folgorato dai maestosi ed eleganti destrieri di Giovan Francesco Gonzaga.
Nel 1955 intraprese un viaggio attraverso la Spagna, dal cui paesaggio la sua tavolozza si arricchì di nuovi colori.
Nel 1964, in occasione della presentazione del film “ Italiani brava gente” sulla Campagna di Russia, l’artista allestì una personale con opere riguardanti la propria esperienza della guerra di Russia. Accanto al motivo ricorrente dei cavalli, soggetti prediletti dall’artista, vi furono nature morte e ritratti, quasi sempre “en plain air” e realizzati per lo più ad olio, matite, acquarello e tempera.
Il valore artistico dei lavori di Giovan Francesco Gonzaga ha meritato vari riconoscimenti: nel 1963 con il Premio Marzotto, nel 1967 con il Pavone d’oro, nel 1972 con Le grolle, nel 1997 con una Medaglia d’oro da Papa Giovanni Paolo II e nel 2001 ricevette dal Comune di Milano l’Ambrogino d’oro.
L’Artista morì nella sua città, Milano il 2 ottobre 2007.
I soggetti preferiti da Gonzaga sono infatti cavalli, cavalieri e soldati, oltre a paesaggi, ritratti e nature morte.
Utilizzò tecniche classiche per realizzare i suoi lavori: l’olio, la tempera, le matite, l’acquarello, la serigrafia, la litografia, la calcografia, etc.
Dedicò la sua vita alla pittura e produsse interessanti dipinti d’Arte Sacra Cattolica, dedicati soprattutto alla Vergine Maria.
Le sue tele traboccano di amore e di rispetto per i cavalli e per gli animali in genere, la natura è sempre ammirata come fonte di genuinità, purezza e libertà.