Maurizio Baglini incanta Santa Sofia suonando Beethoven e Liszt.

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Beethoven, trasfigurato da Liszt, con Maurizio Baglini e il suo progetto “Inno alla gioia”, rivive a Santa Sofia. Quando due patrimoni dell’umanità si incontrano…

Nella serata di ieri, Domenica 23 febbraio, le immortali note della Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven (Memoria del Mondo Unesco), nella trascrizione per pianoforte solo di Franz Liszt, hanno inciso una traccia indelebile nelle pietre del Patrimonio Unesco di Santa Sofia così come nei cuori rapiti e commossi di un pubblico numeroso e rapito.

Un concerto indimenticabile, un’impresa immensa, considerata impossibile, un unicum artistico e interpretativo, quello cui abbiamo assistito ieri sera, per celebrare i 250 anni dalla nascita del compositore tedesco, con un gigantesco Maurizio Baglini illuminato dalla grazia, alle prese, e sono parole sue, « con la trasfigurazione culturale ed emotiva che Franz Liszt – “Mago Merlino” riuscì a dare della Nona Sinfonia di Beethoven, lo spartiacque, l’assoluto musicale con cui tutti in futuro si sarebbero dovuti confrontare.

Frutto anche della sua totale venerazione per il compositore maximo, il lavoro immane di Liszt, grande virtuoso e titano del pianoforte, fu infatti quello difficilissimo di voler divulgare le nove sinfonie di Beethoven in una versione più snella per contesti più ridotti, quindi per piano solo.

Uno sforzo enorme per un pianista, che, nel caso dell’inavvicinabile Nona Sinfonia, egli riuscì ad ottenere soltanto intervenendo sul piano culturale ed emozionale, riassumendo un organico di quasi 200 elementi nella capacità esecutiva di sole dieci dita, ma conservandone comunque la forza espressiva, la varietà e la ricchezza timbrica, la modernità compositiva, la sperimentazione, l’avveniristico linguaggio.»

Baglini dunque ha introdotto il concerto-performance con sintetiche ma efficaci parole per poi accomodarsi al piano e trasportarci tutti in un altro luogo, fatto di suono totale ed emozione pura, di genio e umanità, di sogno e speranza, un’incredibile avveniristica macchina musicale del tempo, concepita da Beethoven e codificata da Liszt nel 1865, che ci ha trasportati dal 1824, al  ‘900, e poi, sorprendentemente visionaria, al ragtime, all’honky-tonk jazz, al piano rock ( !!! ), ai giorni nostri e oltre.

Ma lui non suona il pianoforte, lui è il pianoforte.

Magnifico interprete, raffinato, suggestivo e profondo, virtuoso e brillante pianista, concertista dalla luminosa carriera: aggettivi e superlativi non bastano per un Maurizio Baglini, pisano di nascita ma oramai acclamato in tutto il mondo, che durante la performance, sincera, energica e vibrante di vita, ha letteralmente stremato se stesso e il pianoforte-complice, ma sempre con premurosa passione e impetuoso sentimento.

L’ Accademia di Santa Sofia, dopo i saluti iniziali di Maria Buonaguro presidente “Amici del’Accademia”, attraverso le parole del direttore artistico Marcella Parziale ha presentato il quinto appuntamento della quarta edizione di “Santa Sofia in Santa Sofia” come un evento eccezionale, unico e raro. Dunque promessa mantenuta.

Un vero regalo per il pubblico di Benevento che, completamente estasiato dall’esecuzione, ha preteso, con interminabili applausi e due standing ovation, un generoso bis da parte del maestro Baglini, che ha ricambiato il calore e l’affetto del pubblico con la cantata di Bach Ich ruf zu dir adattata per piano solo da Busoni, utilizzata nella colonna sonora del film Solaris di Andrej Tarkovskij.

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