L’associazione SOS Natura (attiva dal 2017 in Irpinia per la protezione di animali ed ambiente, ndr) fa sapere di aver osservato con preoccupazione – ci dicono – l’ennesimo tentativo di criminalizzare i cinghiali; stavolta da parte dell’ass. “Tartufai dei Monti Picentini” che accusa i cinghiali di impoverire le tartufaie. Nei primi giorni di febbraio 2021, in Regione Campania i tartufai hanno incontrato l’assessore all’agricoltura Nicola Caputo ed il consigliere Livio Petitto (eletto in Irpinia con la lista composta dal Partito Animalista Italiano e dal Movimento Davvero – Sostenibilità & Diritti).
<<Bisogna ricordare che – dichiarano i protezionisti – i cinghiali sono una specie incolpevole del proprio destino, giacché vittima delle introduzioni di sottospecie alloctone (volute da allevatori e cacciatori, ndr) che hanno finito per ibridarsi con la nostra autoctona, rendendola più prolifica ed impattante; e che, fino ad oggi, la gestione del cinghiale non è mai passata attraverso un monitoraggio effettivo della specie e quindi il ricorso preventivo ai metodi ecologici di cui alla L. 157/92. Pertanto riteniamo che le cause d’impoverimento delle tartufaie naturali vadano ricercate altrove, senza incolpare aprioristicamente i cinghiali. Non capiamo il motivo per cui i tartufai omettano di considerare, nel loro comunicato, problematiche come quelle rappresentate dai cambiamenti climatici, dalla gestione dei tagli boschivi, dalla carenza di vigilanza e quindi dalla ricerca eccessiva del prodotto (es. cercatori con molti cani al seguito che non richiudono le buche e tantomeno rispettano i periodi di divieto). Purtroppo l’”appetibilità” dei tartufi risiede nel prezzo al quale possono essere rivenduti, anche illegalmente.
Tuttavia, tornando alla relazione fra cinghiali e tartufi… esistono pubblicazioni scientifiche che dimostrano l’importanza del loro contributo alla dispersione a lunga distanza delle spore del tartufo (Piattoni et al., 2012 e 2014). Infatti i cinghiali possono spostarsi fino a 15 km al giorno e la loro digestione dei tartufi ne migliorerebbe la germinazione e la capacità di formare micorrize (essendo i funghi ipogei dipendenti da animali micofagi proprio come i cinghiali per disperdere le proprie spore, ndr). I summenzionati studi supportano la teoria secondo cui i suidi svolgano un ruolo significativo nella sopravvivenza del tartufo, ovvero fondamentale nella colonizzazione di nuovi habitat e quindi nell’espansione territoriale durante i cambiamenti climatici.
In conclusione, non possiamo tollerare approcci semplicistici dal facile consenso che non considerino l’istituzione di tavoli tecnici in grado di rispettare l’ecosistema montano, dando voce agli esperti e quindi alle associazioni di tutte le categorie interessate. Speriamo che l’Assessorato regionale tenga conto delle nostre osservazioni, evitando di rincorrere eventuali simpatie elettorali.>>