Cambiamenti climatici e viticoltura, confronto tra Agronomi irpini e Assoenologi Campania.
Un incontro tecnico di alto profilo per fare il punto sul cambiamento climatico che interessa anche la Regione.
All’appuntamento hanno partecipato il presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Avellino, Antonio Capone, il presidente di Assoenologi Campania Roberto Di Meo, e il consulente agronomo, Giovanni Bigot, esperto internazionale di cambiamenti climatici e adattamenti della vite.
L’inverno è stato mite e poco piovoso, nei primi 6 mesi del 2022 abbiamo avuto solo 296 mm di pioggia oltre il 40 % in meno rispetto agli anni precedenti.
Maggio è risultato il mese più asciutto degli ultimi 15 anni ( poco più di 30 mm).
Giugno il mese più caldo con temperature oltre i 40 gradi (T media di 4 ° al di sopra della media)
Le piogge avute a inizio giugno (quasi 50 mm) hanno portato refrigerio ed un ripristino delle normali attività fisiologiche della pianta con una nuova ripresa vegetativa.
Le escursioni termiche sono sempre più evidenti siamo passati da temperature di 39-40 gradi di inizio maggio ai 20 gradi dopo pochi giorni.
Quello che sempre più si nota è il passaggio da un clima mediterraneo ad un clima tropicale con estremi di temperature ed eventi altrettanto estremi (bombe d’acqua- vento forte- grandinate). Aumentano i giorni con temperature alte, diminuiscono i giorni di pioggia con eventi sempre più intensi. Questo è lo stato dell’arte in Irpinia.
“Anche se la vite è conosciuta per la sua capacità di adattamento e resistenza (resilienza), tutto questo influisce sulla fisiologia, sul metabolismo, sugli equilibri nutrizionali, sugli assorbimenti, modifica il microbioma del suolo e ovviamente influisce sulla maturazione delle bacche”, spiega Antonio Capone presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Avellino.
“Si va – aggiunge -verso uve con equilibri e aromaticità diverse, più concentrate con tenori zuccherini e pH più alti e acidità più basse”.
“Per sfuggire al calore – evidenzia Capone – possiamo sfruttare l’altezza impiantando le vigne a maggiori altimetrie come già si sta facendo oppure passare da esposizioni da sud /est ad ovest e a nord. Questo permetterà dei cambiamenti di paesaggi e di ecosistemi nei prossimi anni. Incidere – aggiunge il presidente – su nuovi modelli agronomici di gestione suoli e chioma da utilizzare in funzione alle annate (potature-sfogliature- cimature- diradamenti). Utilizzare, inoltre, prodotti per aiutare la vite ad essere più elastica ai cambiamenti climatici, sia al suolo e sulla pianta (azoto-sostanza organica-alghe-biostimolanti-caolino). Bisogna rivedere la difesa fitosanitaria in considerazione dell’annata e dei cambiamenti climatici e lavorare sui portainnesti e varietà resistenti”.
Necessario attenzionare il momento della vendemmia.
“Per raggiungere l’obiettivo enologico – evidenzia Capone – considerando maggiormente la parte flavour e rapporto zuccheri/acidi il pH. Antociani per i rossi. Insomma una vera rivoluzione nel campo dell’agricoltura e della viticoltura che vede i tecnici impegnati a studiare i cambiamenti e a mettere in atto conoscenze, ricerca, innovazioni e nuove tecnologie per continuare ad ottenere produzioni di eccellenza. Al momento l’annata vitivinicola 2022 risulta con un carico del 15-20% in più, le piante non sono in sofferenza, ma la strada è ancora lunga per la vendemmia”, conclude Capone.