«E’ assolutamente incomprensibile, poco trasparente e per nulla in linea con gli interessi della comunità l’operazione condotta dall’amministrazione comunale di Atripalda con l’ex centro direzionale di via San Lorenzo. Un provvedimento che meriterebbe spiegazioni da parte del sindaco Paolo Spagnuolo ed un approfondimento della Corte dei Conti». Ad affermarlo è il segretario nazionale di Acai onlus, associazione di tutela degli inquilini e dei consumatori, l’irpino Giovanni Ardolino.
«Il Comune – prosegue il rappresentante sindacale – prima decide di vendere un immobile di proprietà, per l’appunto il centro Piccole e Medie imprese, privando il territorio di una struttura che poteva essere utilizzata per servizi al cittadino, con il fine evidentemente di realizzare introiti, per fare cassa ed appianare voci di bilancio, e dopo aver ceduto l’edificio al gruppo commerciale dei supermercati Pam, paradossalmente fitta gli stessi locali, per insediarvi la scuolda media Masi. Una decisone a dir poco singolare, che legittimamente solleva dubbi, ma sulla quale non è stata spesa una parola dalla giunta comunale. Alcune domande, quindi, restano senza risposta. Perchè il Comune ha venduto un bene se aveva bisogno di utilizzarlo? I costi di affitto dei locali adibiti a scuola non rischiano di superare gli incassi determinati dalla vendita? Ciò che è successo è perlomeno un atto di superficialità e di mancata programmazione dell’ente, se non una spregiudicata operazione, che in ogni caso danneggia l’ente e la cittadinanza. La vendita del centro, dunque, nei fatti appare come un’operazione di facciata per esigenze di bilancio, se non peggio, che comunque volutamente o involontariamente agevola il privato, che ha acquistato il bene, ammortizzandone o azzerandone i costi. Possibile che l’amministrazione comunale non avesse programmato le iniziative successive alla vendita, già prima di alienare il bene? Se così fosse si tratterebbe di un grave caso di cattiva amministrazione. Eppure in questi giorni, abbiamo visto i vertici del Comune esprimere persino soddisfzione per quanto realizzato».
E’ necessario – conclude Ardolino – che il sindaco di Atripalda, gli assessori e la maggioranza comunale chiariscano questi punti. In ogni caso, siamo di fronte ad atti amministrativi incongruenti e che cagionano un danno alla collettività. Una questione sulla quale è opportuno un approfondimento della Corte dei Conti e delle autorità competenti».