“I servizi sanitari in Irpinia sono sempre più inefficienti, come nel resto della Campania. Ai cittadini viene di fatto negato il diritto costituzionale alla salute”. Ad affermarlo è Giovanni Ardolino, segretario nazionale dell’associazione di consumatori, Acai onlus.
“La situazione – prosegue il dirigente dell’organismo del terzo settore – è ogni giorno più grave e vergognosa. Le liste di attesa per una visita o un accertamento diagnostico presso le strutture Asl diventano sempre più lunghe. Anche di fronte alla necessità di un approfondimento strettamente necessario per avviare una terapia medica mirata o per verificare l’andamento di una malattia già riscontrata, ma anche per una verifica o un controllo periodico a titolo preventivo, che tanto vengono astrattamente incoraggiati dalle stesse istituzioni sanitarie, per consentire diagnosi precoci, sono imprese ardue, senza soluzioni concrete, di fronte alle quali arrendersi. Senza contare, che come dimostrano molte ricognizioni sul campo, tante persone rinunciano ad affettuare visite preventive e persino a curarsi, non disponendo dei mezzi necessari, per affronare le spese, oltre che a causa della disorganizzazione. Ancora più scandalo, però, grida il fatto che gli stessi medici, pagati dal sistema sanitario pubblico, in altri contesti, effettuano a pagamento pieno (anche il ticket è bene ricordarlo ha un suo costo per le casse pubbliche e per l’utente) e spesso con tariffe esose, in tempi ben diversi. Stessa inaccettabile situazione per quel che riguarda le analisi cliniche, presso laboratori privati convenzionati, che ormai costituiscono larga parte della rete sanitaria, dopo decenni di irresponsabile, allegra e indiscriminata privatizzazione, sempre però con i soldi pubblici, mentre c’era chi affossava ospedali e ambulatori territoriali, non di rado di qualità scadente. Tocca quindi assistere alla permanente mancanza di fondi regionali per effettuare le analisi, puntualmente dopo la prima settimana di ogni mese. Un fenomeno già visto in passato, ma che con i diversi sistemi di distribuzione ed erogazione dei fondi, decisi dal governo nazionale, e chissà per quale altro strano motivo, adesso si registrano sull’intero arco dell’anno, non solo al suo termine. Insomma, le analisi presso i centri convenzionati si possono fare solo a spese dell’utente, che peraltro deve fidarsi ciecamente di ciò che gli viene detto in merito, dal laboratorio di turno. A completare questo quadro fosco c’è anche la grave carenza della guardia medica, soprattutto di Avellino che, dai riscontri dei cittadini, non è in grado di garantire la continuità assistenziale ed anche la difficoltà del Pronto soccorso dell’azienda ospedaliera Moscati, oberata di lavoro a causa delle scellerate chiusure degli altri presidi, ma anche per colpa della disorganizzazione interna, non è in grado di offrire il necessario ed adeguato intervento”
“Uno scenario sconfortante – conclude Ardolino – conferamto anche dal recente rapporto Istat sulla “Qualità della vita” in Campania, che non solo rassegna le inefficienze qui esemplificate, ma anche un arretramento dell’aspettativa media di vita, che pone la regione sul fondo della graduatoria nazionale. Una emergenza che non nasce oggi e che quindi individua ampie, ma precise, responsabilità politiche, gestionali ed operative, che rischia di aggravarsi nel caso di una effettiva attuazione della cosiddetta “autonomia differenziata”. E’ evidente quindi che serve una netta svolta, con risposte concrete e rapide. Chi non è in grado, si faccia da parte”.