Fiorentino Sullo (1921-2000)è stato uno dei cervelli più lucidi della politica italiana del secondo Novecento. Egli ebbe la capacità di comprendere in anticipo le trasformazioni della società e di indicare soluzioni per alcuni grandi problemi del Paese. All’inizio degli anni ‘60 colse la portata e gli effetti dirompenti del tumultuoso sviluppo industriale sul tessuto civile e sociale dell’Italia. Individuò nella riforma urbanistica uno strumento di governo essenziale per ridurre il degrado del territorio e dello spazio urbano, contro la speculazione della rendita parassitaria.
Il suo progetto si inseriva in una politica del cambiamento, capace di coniugare le esigenze dello sviluppo economico con i valori di giustizia e di coesione sociale. Di questo eminente personaggio,contrastato dal suo stesso partito,sono stati messi in luce i connotati morali e politici: Sullo fu l’uomo di punta e di battaglia, l’eretico, l’iconoclasta, il non conformista della DC e dei governi democristiani. Egli assunse in quegli anni posizioni così avanzate da far di lui un simbolo: esaltato da alcuni come portatore di visioni modernamente avanzate, vituperato dagli altri come comunistello di sacrestia.
A vent’anni dalla morte e a cento dalla sua nascita, Goffredo Locatelli ne ricorda il calore delle convinzioni e la lunga lotta di Ciriaco De Mita,l’allievo prediletto che, aiutato da Flaminio Piccoli e Mariano Rumor,spodestò il maestro e lo distrusse.