Ancora tensioni al carcere di Avellino

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Ancora eventi critici presso la Casa Circondariale di Avellino dove il personale di polizia penitenziaria ha dovuto gestire una serie di eventi critici messi in atto da parte di una popolazione detenuta diventata oramai ingestibile, è quanto dichiarano il Segretario Regionale del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria Tiziana Guacci ed il Vice Segretario Regionale Marianna Argenio.

Alle ore 14:00 circa due detenuti ubicati alla sezione protetti promiscua che si trovavano nell’area passeggi, confinante con l’ufficio del Comandante, l’ufficio servizi e l’ufficio di polizia giudiziaria, hanno messo in atto una protesta, alla cui base ci sarebbe una richiesta di trasferimento per incolumità personale.

Improvvisamente i detenuti in questione hanno cominciato a scagliare delle pietre, rompendo i vetri della finestra dell’ufficio del Comandante e dell’ufficio servizi e contestualmente a porre in essere minacce nei confronti del personale che era all’interno. Contemporaneamente un detenuto di origini rumene ubicato presso i locali della scuola, approfittando di alcune finestre rotte, è riuscito ad uscire e a portarsi nell’atrio del corpo di guardia della scuola.

Il detenuto è riuscito a procurarsi un taglierino con cui ha cominciato a minacciare il personale intervenuto e ha tentato di aggredire un sovrintendente che, solo grazie all’intervento del personale di polizia penitenziaria e del Vice Comandante recatosi sul posto, non ha subito la peggio.

Il detenuto portato alla calma, grazie anche all’intervento del Vice Comandante, ha riferito che le motivazioni sottese al gesto erano da ricondurre ad una richiesta immediata di trasferimento. Oramai la situazione è sfuggita di mano, addirittura i detenuti vengono ubicati presso la camera di stazionamento dell’ingresso matricola perché rifiutano di essere allocati nei reparti detentivi. Ubicazione che di certo non può essere definita adeguata dato che si tratta di una zona di passaggio dove sono presenti tutti gli uffici. Uffici che oramai sembrano essere stati presi di mira dalla popolazione detenuta che trovano ogni possibile excamotage per porre in essere atti turbativi dell’ordine e della sicurezza ed attaccare il personale ivi presente.

Ma la cosa che ci dovrebbe far riflettere è il comune denominatore che sembra essere alla base degli atti turbativi dell’ordine e della sicurezza posti in essere dalla popolazione detenuta: la richiesta di trasferimento per incolumità personale. Il Sappe ancora una volta chiede un intervento fattivo da parte dei Superiori Uffici affinché venga ripristinato l’ordine e la sicurezza presso il carcere di Avellino che oramai è peggio dell’inferno dantesco. Servono soluzioni concrete che pongano fine a queste continue violenze e che garantiscano la sicurezza e la dovuta serenità lavorativa al personale di polizia penitenziaria.

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