“In provincia di Avellino e in particolare ad Atripalda i diritti fondamentali dei cittadini sono ancora garantiti? Perchè l’attuale amministrazione comunale presume di essere al di sopra della comunità e di ogni giudizio sul proprio operato?”. E’ la domanda provocatoria che pone il presidente nazionale dell’associazione di tutela dei consumatori e degli inquilini, ACAI, l’irpino Giovanni Ardolino.
“Il sindaco Paolo Spagnuolo – prosegue il dirigente sindacale – , insieme al suo vice, Domenico Landi, pensano di essere al di sopra di ogni valutazione e di non dover dar conto della gestione della cosa pubblica. Ogni domanda, critica o sollecitazione viene considerata un fastidio da zittire. Una sorta di lesa maestà, il cui artefice deve essere punito. Ma fortunatamente il feudalesimo è finito da molto tempo, anche se qualcuno ancora pensa di poter dispensare il bello e il cattivo tempo. Può capitare così, come è effettivamente successo, che i vertici dell’ente comunale decidano di querelare chi, come lo scrivente, facendosi carico dei problemi di tanti cittadini, delle proteste per la cattiva amministrazione di un paese, esprima valutazioni critiche su provvedimenti comunali. Un chiaro tentativo di censurare una voce scomoda, fuori dal coro dei cagnolini scodinzolanti di professione, ma perfettamente in sintonia con i comprensibili e motivati malumori della cittadinanza. Per questa ragione, sono stato rinviato a giudizio per alcune mie dichiarazioni.
Non mi lascerò affatto intimorire da questa vicenda e continuerò a svolgere, come sempre, il mio ruolo, consapevole di operare per gli interessi collettivi e per il bene comune, disponibile al dialogo e al confronto, anche aspro, ma mai offensivo. Decisamente però contrario alla cattiva politica e alla mala-amministrazione e soprattutto ad ogni prepotenza. Non mi sfugge che quanto è succcesso è molto grave, perchè manifesta l’insofferenza di certa politica e di chi rappresenta le istituzioni nei confronti delle dinamiche democratiche e la scarsa considerazione che si ha dell’opinione pubblica e delle organizzazioni sociali.
Confido, comunque, nella magistratura e sono pronto a dimostrare, con dati, documenti e rassegne stampa, la legittimità ed anche la fondatezza delle mie critiche. Immagino che per verificare se mi sia limitato ad esprimere una valutazione politica, un giudizio negativo su questioni reali o se – come sostiene chi mi ha querelato – abbia incautamente offeso la reputazione del sindaco e del vicesindaco, bisognerà approfondire le ragioni dei miei giudizi ed entrare nel merito dei provvedimenti contestati.
In ogni caso, sin d’ora sollecito nuovamente la Corte dei conti ad analizzare gli atti della giunta di Atripalda, per verificare l’uso corretto delle risorse e del patrimonio. Sono pronto, inoltre, a far valere il mio diritto alla libertà di espressione e a chiedere la tutela degli interessi della comunità locale in tutte le sedi. A questo scopo, nei prossimi giorni, scriverò al Presidente della Repubblica e al Ministro della Giustizia.