Il segretario generale della Cgil di Avellino, Franco Fiordellisi, risponde alla presa di posizione del presidente di Confindustria Avellino Giuseppe Bruno: «Confindustria ha scelto di agire senza coinvolgere i sindacati nel rilancio delle aree interne».
«Eppure le nostre proposte e le nostre idee sono chiare da tempo e sono state anche portate all’attenzione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte al quale abbiamo consegnato un documento articolato per lo sviluppo sociale ed economico dell’Irpinia, dice Fiordellisi.
«Chiediamo, sostanzialmente, La disponibilità di una efficiente e veloce rete di telecomunicazioni e delle linee di connettività con la banda larga ed ultralarga digitale: queste azioni, nelle aree interne e rurali, permetterebbero di sviluppare nuove attività produttive, rafforzerebbero quelle presenti e considerando l’età media, molto alta, consentirebbero di investire anche nella tele medicina».
«Il rafforzamento, infatti, della medicina territoriale, dei distretti sanitari pubblici è un altro punto sul quale insistere. In queste aree per tutti i servizi essenziali ai cittadini serve l’intervento pubblico e l’investimento pubblico perché il tanto decantato mercato del presidente Bruno interviene sempre a “nido fatto“».
«Ecco perché, su tutti i sistemi pubblici presenti in Irpinia, chiediamo uno sforzo di miglioramento ed efficientamento così come la razionalizzazione e l’integrazione dei vari siti (dai rifiuti all’acqua ai trasporti) in una logica di sistema vasto territoriale. È una questione sicuramente politica: di visione politica generale e di sistema. E la Cgil di Avellino ritiene che da queste specificità pubbliche locali si deve ripartire: rafforzando e non distruggendo».
«Confindustria vorrebbe entrare in un sistema di servizi che grazie alla tariffazione avrebbe liquidità costante: noi riteniamo che quelle risorse possono e devono essere utili alla collettività ai cittadini non o almeno non solo all’utilitarismo privato. Ovviamente questo ragionamento vale anche per quei soggetti politici locali, ma anche ministri che, seppur più volte sollecitati, fanno finta di non capire l’importanza di un reale confronto di merito sulla progettualità sullo sviluppo e si prestano a passerelle elettorali».