da Piernicola Pedicini, eurodeputato M5S, riceviamo e pubblichiamo
Non ci piace infierire, ma, alcuni mesi fa, quando commentammo l’inchiesta della magistratura di Benevento che investiva Nunzia De Girolamo, venimmo criticati aspramente dall’ex ministro all’Agricoltura per esserci occupati della vicenda.
Oggi, considerato che nei giorni scorsi la De Girolamo è stata rinviata a giudizio dal Gup del Tribunale sannita con delle accuse molto gravi, dobbiamo rilevare che avevamo visto giusto ed era doveroso da parte nostra intervenire politicamente su uno degli episodi beneventani più oscuri rispetto al disgustoso connubio politica-clientele-appalti.
Secondo l’accusa la De Girolamo è stata organizzatrice e promotrice di un “direttorio politico-partitico” tramite il quale orientò nomine, appalti e clientele dell’Asl di Benevento secondo logiche di potere e di tornaconto elettorale.
Il processo inizierà il prossimo 3 novembre: sul banco degli imputati, oltre alla parlamentare di Forza Italia, che dovrà rispondere di associazione a delinquere, ci saranno Felice Pisapia, ex direttore amministrativo dell’Asl, Michele Rossi, Gelsomino Ventucci, all’epoca direttore generale e sanitario dell’Azienda, Arnaldo Falato, ex dirigente Asl, Giacomo Papa e Luigi Barone, collaboratori della De Girolamo, e il sindaco di Airola Michele Napoletano.
E’ una vicenda di malcostume politico di grande rilievo per il futuro di Benevento.
Essere arrivati al rinvio a giudizio di numerosi personaggi della vita pubblica sannita è molto importante, per dare speranze ai cittadini che credono nella trasparenza e nel rispetto delle regole e si vogliono riappropriare delle istituzioni e del proprio futuro senza sottostare alle logiche dei vecchi partiti e della politica corrotta e clientelare.
Avevamo scritto che l’inchiesta era significativa perché poteva tracciare un solco rispetto al rapporto tra la politica locale e la gestione della sanità beneventana.
Confermiamo questa tesi, ancora di più oggi che il Gup ha deciso il rinvio a giudizio della De Girolamo e degli altri indagati. Tuttavia, non abbiamo difficoltà a sostenere che saranno i processi ad emettere le sentenze sul piano giudiziario. Però, sul piano politico, etico e morale, non possiamo dimenticare quanto scrisse nell’ordinanza il Gip Flavio Cusani nel dicembre 2013: “Sono indagini sull’esistenza di un ristretto direttorio politico-partitico, costituito, al di fuori di ogni norma di legge, da componenti esterni all’amministrazione, che hanno interessi privati e di ricerca del consenso elettorale, con modalità a dir poco deprimenti ed indecorose, di ogni aspetto della gestione dell’Asl di Benevento (dai trasferimenti e nomine di dirigenti e primari, gare di appalto, allocazioni sul territorio di sedi Asl, rapporti con strutture e ospedali convenzionati Asl, per giungere sino a faccende spicciole)”.