“All’Alto Calore chiediamo maggiore trasparenza nelle tariffe per il servizio idrico e più attenzione nei confronti degli utenti”. Ad affermarlo è il presidente nazionale dell’Acai, associazione di rappresentanza degli inquilini ed organizzazione di solidarietà sociale, l’irpino Giovanni Ardolino.
“Stiamo ricevendo – ha proseguito il dirigente sindacale -, ancora una volta, numerose segnalazioni sull’invio di “bollette pazze” da parte dell’azienda di Corso Europa. Richieste di pagamento particolarmente onerose, determinate spesso senza una lettura del contatore e non facendo riferimento alla media dei consumi pregressi, per lo più non dovute. Un atteggiamento assolutamente incomprensibile ed inaccettabile, soprattutto in una fase di difficoltà economiche per tante famiglie, come quella che stiamo vivendo. Un vero e proprio disservizio, che ho avuto la possibilità di constatare personalmente, mio malgrado. E’ necessario, quindi, riorganizzare l’intero processo. Ogni cittadino-utente ha il diritto di sapere innanzitutto quando l’Alto Calore effettua la lettura dei contatori, i termini entro i quali può optare per l’autolettura e le linee telefoniche o i canali digitali attraverso i quali comunicare i dati, che a tutt’oggi non funzionano affatto. Anche la stessa bolletta non contiene un prospetto chiaro, dettagliato e leggibile delle singole voci di spesa. Le fatture inviate agli utenti pertanto appaiono e di fatto sono del tutto illegittime, contestabili e per le quali offriamo la nostra assistenza per la formale contestazione”.
“Invitiamo, dunque, l’amministratore unico dell’azienda, Michelangelo Ciarcia, la dirigenza dell’Acs ed il responsabile del rapporto con l’utenza – ha concluso Ardolino – a compiere una netta inversione di marcia. Non si può far pagare ai cittadini i costi della cattiva gestione di un ente pubblico. Di questa spiacevole e non nuova vicenda informeremo anche l’autorità d’ambito, sollecitando allo stesso tempo il Comando della Guardia di Finanza ad approfondire l’intera questione”.