Si concluderà domani, martedì 4 ottobre, con una tavola rotonda presso l’aula multimediale dell’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino (ore 10, Città Ospedaliera, settore B, primo piano, aula attigua all’aula magna), il ciclo di incontri organizzati da Alfonso Leo, Dirigente Medico dell’Unità operativa di Neurologia, sul tema del burn-out.
A confrontarsi su una sindrome legata allo stress lavorativo prolungato saranno esperti di diverse organizzazioni di lavoro, dalla sanità alla scuola, alle forze dell’ordine. In particolare, interverranno il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, Rosa Grano, il Dirigente del Liceo Classico “P. Colletta” di Avellino, Paola Anna Gianfelice, Rosanna Tagliaferro, psichiatra della Direzione regionale della Polizia di Stato, Eleonora Briganti, psicologa del carcere di Ariano Irpino, il Direttore Generale dell’Asl Avellino, Maria Morgante, e il Direttore Generale dell’Azienda “Moscati”, Angelo Percopo.
«Riconoscere il fenomeno del burn-out – spiega il dott. Leo – non è facile, spesso si tende a ricondurre il disagio a un problema personale dell’individuo e non al contesto lavorativo nel suo insieme. Anche i sintomi non sono evidenti. Chi soffre di questo problema non riesce più a distinguere tra la propria vita e quella delle persone per cui lavora e, in assenza di un trattamento efficace, va incontro a un processo di logoramento psicofisico dagli esiti devastanti. Fino a qualche tempo fa si pensava che il burn-out – che significa “bruciarsi”-, colpisse solo quei soggetti caricati da un duplice stress, quello personale e quello della persona aiutata. E che, in particolare, quindi, ad ammalarsi fossero soprattutto alcune categorie di lavoratori come medici, infermieri e le altre figure sanitarie. Poi, però, si è capito che le categorie che possono essere colpite sono molte di più. Di qui l’importanza di confrontarsi con le diverse organizzazioni professionali».