di Giovanni Bottiglieri
Roberto Re presenta al Teatro Augusteo di Salerno “Cambiare senza paura”, il suo nuovo libro che si concentra sul come un individuo dei nostri tempi può, o anzi, dovrebbe rapportarsi ad un mondo in costante cambiamento.
“Come sfruttare al meglio il tuo potenziale per migliorare la qualità della tua vita personale e professionale”: così recita il sottotitolo del libro più noto di Roberto Re, dal titolo “Leader di te stesso”, campione di vendite con circa 300.000 copie vendute.
Figura carismatica e controversa, Re svolge l’attività di life-coaching, ossia mette a disposizione le sue conoscenze e le sue esperienze in corsi che hanno l’intento di generare, in chi li segue, un approccio alla vita più diretto, più semplice e soprattutto più efficace. Motivare le persone a parlare a se stessi nel modo giusto.
Noi di Gazzetta l’abbiamo intervistato:
1) «A chi si rivolge questo nuovo libro?»
R: «L’età media di coloro che seguono i miei corsi va dai 30 ai 40 anni, il libro si rivolge non solo a loro, ma anche alle persone che spesso criticano ciò che per loro rappresento poiché governate da un pregiudizio. I benefici che i miei corsi generano, sarebbero adatti proprio alle persone che maggiormente fuggono da una riflessione sul loro approccio alla vita.»
2) «Quali le differenze fra il celebre “Leader di te stesso” e “Cambiare senza paura” e quale il filo rosso che li collega?»
R: «Non scriverò più un libro come “Leader di te stesso”. Dato che non sono uno scrittore, nel primo libro ho messo tutta la passione che ho per questo lavoro che funziona grazie a tutte le testimonianze che ho da 16 anni a questa parte. In questo ultimo libro ho approfondito l’argomento del cambiamento e l’ho rapportato all’individuo, in modo da creare un’opera interattiva. Attraverso un’app, ogni capitolo del libro ha un’introduzione video, fruibile direttamente dal proprio smartphone. Ciò che collega i miei libri è il tentativo di coinvolgere ed attivare l’altro, generando in lui delle emozioni che gli cambieranno le abitudini e il modo di agire.»
3) «Come riuscire ad orientare in un periodo storico come questo, ricco di precarietà e di un senso di sfiducia generale?»
R: «Questi sono i periodi in cui la sfiducia generale nasconde tutte le favolose opportunità che in realtà ci circondano. Ricordiamoci di appartenere al 20% della popolazione mondiale che nonostante tutto è privilegiata. Le occasioni offerte da questi fasi di transizione fanno sì che nessuno rimanga fermo. Bisogna continuamente studiare, aggiornarsi e dare il meglio.»