«Non possiamo che esprimere un giudizio positivo sull’accordo raggiunto tra i gruppi Fca e Psa, che consoliderà le posizioni di mercato dell’automotive italiano, ma adesso è necessario garantire i livelli occupazionali e ridefinire la mission dello stabilimento di Pratola Serra». Ad affermarlo è Massimo Picone, segretario provinciale della Cisal Metalmeccanici.
«La fusione tra Fiat-Chrysler e Peugeot-Citroen – prosegue il dirigente del sindacato autonomo – e la conseguente costruzione del quarto polo automobilistico del mondo è sicuramente una condizione favorevole per rafforzare la produzione del marchio nazionale, ma occorre una chiara strategia industriale per determinare un’adeguata prospettiva ai lavoratori impiegati nel settore. Se dai vertici aziendali, in questi giorni, infatti è giunta conferma sul budget degli investimenti, pari a 5 miliardi di euro, e la rassicurazione che nessun impianto sarà dismesso, sul tappeto resta ancora una situazione precaria, che richiede da tempo interventi risolutivi, a partire dall’adeguamento tecnologico degli stabilimenti. Andranno, quindi, assunti impegni precisi, da mettere nero su bianco».
«In particolare, Pratola Serra – conclude Picone – può rappresentare uno snodo importante per la catena produttiva del gruppo, purché si utilizzino al massimo le potenzialità e le maestranze del complesso irpino. Ormai da molti anni, invece, la fabbrica funziona a scartamento ridotto e con un massiccio impiego di ammortizzatori sociali. Soltanto attraverso un’innovazione spinta della produzione, dunque, sarà possibile imprimere una svolta. Ci attendiamo perciò dall’azienda impegni concreti che vadano in tale direzione, a partire dagli investimenti annunciati sulla linea di assemblaggio, per la realizzazione di motori diesel puliti e di altri propulsori in linea con le esigenze ecologiche, oltre che con le normative e le tendenze attuali del mercato».