Riuscitissima la mostra d’arte contemporanea”Omaggio al futurismo” organizzata dal 3 al 6 maggio presso l’Acsi Avellino e organizzata dal Circolo Proudhon Avellino con Associazione culturale “Nel segno dell’arte”.
Undici giovani artisti da varie zone della Campania hanno raccontato, con le loro opere, i temi, i concetti e le aspettative della prima avanguardia storica italiana del Novecento fondato da Tommaso Marinetti.
Tanti commenti positivi e un’ampia partecipazione di pubblico hanno permesso a questi artisti di ottenere visibilita’ e consensi, allargare la propria esperienza nel mondo dell’arte e diventare protagonisti di un evento di buon profilo culturale. .
Questi gli artisti che hanno partecipato all’iniziativa : Vincenzo Liguori, Pellegrino Capobianco, Gabriella Chiaradonna , Michela Strollo, Antonia Ricciardi, Elisa Monica, Patrizia Luciano, Valentina Guerra, Davide Pellino, Emilio De Feo e Generoso Vella.
L’intento di questa mostra è lo stesso dei futuristi: lottare per un avvenire migliore. A volerlo sono i giovani artisti di oggi che danno prova della loro capacità espressiva e della scelta di trasformare questo caos, che accompagna le loro esistenze, in una ricerca di bellezza, di coraggio, di riscatto. Dal futurismo sono stati recuperati alcuni stimoli e obiettivi come svecchiare la nostra societ, valorizzare le coraggiose creazioni giovanili e pensare all’arte come mezzo per proporre energia, vivacità e ottimismo e motivare e costruire un mondo diverso, più semplice, più vivibile”.
Molto soddisfatti gli organizzatori Emilio De Feo e Generoso Vella affiancati, durante il vernissage, dalla bravura di due ottimi relatori, Roberta Attanasio e Salvatore Di Marzo, che hanno approfondito e semplificato alcuni concetti chiave del futurismo.
“L’opera d’arte futurista – ha affermato Roberta Attanasio . – si caratterizza per mezzo di una combinazione di elementi di parola e per l’invenzione del tattilismo che crea una forte vicinanza tra sensi, tra il tatto, la vista e l’olfatto. Molti futuristi si avvicinano all’odore, al profumo, anche a quello sgradevole, e soprattutto a rompere quelle parvenze di armonia e a introdurre il rumore e odori forti.
Il futurismo guarda a cio’ che è vero e alla realtà che ci circonda, a volte ipocrita e contraddittoria. La grande innovazione di questo movimento è non considerare solo la parola come unico mezzo scritto per comunicare ma dare importanza al carattere tipografico e a quelle sensazioni incrociate riconoscibili nella pagina scritta. Leggere un testo futurista è molto difficile ed è piu’ importante ascoltarlo. Solo in tal questo modo è possibile capirne esattamente il senso”.
Salvatore Di Marzo si è focalizzato invece sul mito della macchina :
“Marinetti parte da un presupposto e cioe’ fondare una nuova societa’ attraverso il mito della macchina. Nel primo manifesto del futurismo del 1909, inscena un violento incidente d’auto e si ritrova in un fossato. La scena è simbolista, quasi allegorica e restituisce l’idea dell’ uomo moderno, partorito dalla macchina. E’ da quel momento che Marinetti abbandona il passato e diventa futurista, figlio della macchina e moltiplicato da essa, le cui percezioni diventano parte integrante della propria sensibilità numerica.
Tutto questa mitologia della macchina ci rimanda a diverse concezioni di spazio e tempo: Marinetti parla di una velocita’ che determina l’abbreviazione delle distanze e di un tempo che non scorre , si ferma e che si concretizza nell’attimo preciso in cui esso è vissuto”.