A ragione la Festa del Vino di Montemarano, voltasi venerdì 16 e sabato 17 nella cittadina Irpina produttrice del Turasi DOCG, si è fregiata della denominazione di “salotto dei vini buoni “.
Il borgo irpino ha celebrato la sua identità di capitale dell’Aglianico con un evento volto a comonuicare l’inaugurazione dell’Eco-Museo del Vino MUVIM, allestito all’interno del restaurato Palazzo-Castello Medievale di Montemarano.
L’intervento è stato realizzato grazie ai finanziamenti ottenuti nell’ambito dei Progetti Integrati Rurali per le Aree Protette (P.I.R.A.P.) Parco Regionale dei Monti Picentini – Misura 313 del PSR Campania 2007/2013 e Misura 321. Un evento complesso, caratterizzato da un ricco programma capace di coinvolgere un ampio pubblico. L’attenzione dei numerosi visitatori, ma anche degli “addetti ai lavori” si è focalizzata principalmente sui laboratori del vino e sui banchi di assaggio, che hanno visto il momento clou sabato mattina, nell’aula consiliare del comune di Montemarano.
Dopo il convegno sul tema “Montemarano e il vino: il racconto di un’identità culturale”, una verticale dedicata alla celebrazione dei venti anni di Taurasi DOCG ha offerto l’occasione di un confronto fra le cantine storiche dell’areale del Taurasi. A venti anni dall’uscita della prima bottiglia di Taurasi DOCG, le cantine Antica Hirpinia (Taurasi), Antonio Caggiano (Taursi), Di Meo (Salza Irpina), Feudi di San Gregorio (Sorbo Serpico), Salvatore Molettieri (Montemarano) e Terredora (Monteusco), hanno partecipato alla verticale articolata in due momenti, il primo dedicato alle bottiglie della seconda decade della DOCG, il secondo dedicato alle bottiglie immesse sul mercato nella prima decade della DOCG.
La degustazione, condotta da Francesco Turri, giornalista enogastronomico della testata nazionale OlioVinoPeperoncino-Egnews, ha sottoposto all’olfatto e al palato dei partecipanti vini perfetti, eleganti come pochi, capaci di sprigionare profumi intensi al naso, cariche tanniche notevoli, freschezza e pulizia in bocca.
Dai più giovani, che devono ancora rivelate tutto il loro potenziale, fino al maturo Taurasi 5 querce 1992 di Salvatore Molettieri, appena un po’ stanco ma ancora capace di regalare grandi sensazioni olfattive e gustative, i sensi dei degustatori sono stati accarezzati da una larga gamma di sentori, profumi e sapori tutti da godere. L’eleganza, unita ad un grande equilibrio, è stata la cifra dei ”vini buoni DOCG”, presentati, insieme a Turri, da Daniela Mastroberardino, Roberto di Meo e Salvatore Molettieri, che hanno raccontato la storia del Taurasi e della DOCG, insieme a Giuseppe Iannona dell’ONAV e all’agronomo Nicola Perillo, che quella storia a contribuito a costruirla.
Giustamente il Sindaco Beniamino Palmieri, che ha voluto fortemente l’evento, ha sottolineato la grande soddisfazione per la realizzazione di un percorso che ha presentato non poche difficoltà.
Nel pomeriggio, al Palazzo Castello appena inaugurato, le cantine storiche (presenti anche, insieme ai partecipanti alla verticale mattutina, Antonio Di Pietro, Walter Mastroberardino e Antonio Caggiano, Oscar del vino 2015) e le istituzioni politiche e culturali si sono confrontate sui temi caldi dell’impresa vitivinicola, auspicando una maggiore cooperazione per uno sviluppo che non dà nulla per scontato, ma costruisce con l’impegno quotidiano e l’aggiornamento continuo un know how d‘eccellenza che consenta di imporsi maggiormente sul mercato nazionale e internazionale. Giustamente orgoglioso Beniamino Palmieri, che ha rimarcato, fra l’altro, la soddisfazione di aver restituito alla comunità di Montemarano il “Castello” che, dall’alto della sua posizione, consente uno sguardo d’insieme sulle vigne e che ospita l’Eco-Museo del Vino.
Il genius loci di Montemarano torna ad apparire, per accompagnare una sfida impegnativa di cui tutta la comunità deve farsi carico: la gestione delle eccellenze di un territorio, che fra storia e vini DOCG ha le carte in regola per giocare la partita del futuro. In serata, l’hub-oratorio degli chef stellati d’Irpinia ha offerto i sapori del territorio fra tradizione e innovazione, volgendo lo sguardo all’intera offerta di uno dei più fecondi distretti enogastronomici della Campania. Un grande successo di pubblico ha giustamente premiato l’iniziativa, che si auspica possa proseguire anche in futuro l’obiettivo di promuovere il territorio di Montemarano e le sue peculiarità enologiche.