Confesercenti, Marinelli: nuove misure autoimpiego primo passo per creare occupazione in Irpinia e nelle aree interne

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“Le misure per l’autoimpiego potrebbero essere una prima risposta per arginare il crollo delle nascite di imprese, ma bisogna ampliare la platea dei beneficiari. Negli ultimi quattro anni il numero di aperture di nuove attività è rimasto costantemente sotto i livelli prepandemia”. Ad affermarlo è Giuseppe Marinelli, presidente provinciale di Confesercenti Avellino.

“Gli incentivi per l’autoimprenditorialità – prosegue il dirigente dell’associazione di categoria – contenuti nel Decreto Coesione, approvato qualche giorno fa dal Consiglio dei Ministri, e riservati ai giovani fino a 35 anni di età, i disoccupati da almeno 12 mesi o in condizione di marginalità, vanno nella direzione giusta. E’ un primo passo utile per stimolare la nascita di nuove attività, anche e soprattutto nelle aree interne, come l’Irpinia, e più in generale nel Mezzogiorno. Occorrono però margini più ampi, strumenti con accesso semplificato e velocizzato, ma soprattutto che promuovano anche l’efficienza e l’innovazione aziendale per restare sul mercato.

Dal 2019 ad oggi, il settore che in termini generali ha registrato la flessione più consistente di nuove aperture è quello delle attività manifatturiere (-23,4%), ma una forte riduzione si è determinata anche nella ristorazione (-21,7%), nel commercio      (-20,2%) e nei servizi (-10,2%). L’unico comparto produttivo che ha visto nascere più imprese nel 2023, rispetto al 2019, è quello delle costruzioni, sostenuto dal superbonus (+4,6%), anche se la fine dell’intervento fiscale sta rallentando l’andamento.

La frenata che complessivamente si registra non può che preoccupare, perchè senza l’apertura di nuove attività non potrà esserci crescita economica ed occupazionale”.

“Per queste ragioni – ha concluso Marinelli – dalle associazioni territoriali come la nostra e dalla struttura nazionale di Confesercenti vengono avanzate proposte migliorative dei provvedimenti assunti dal governo, alzando il limite di età almeno a 40 anni. Altrimenti l’effetto rischia di essere limitato. I dati drammatici della natalità e della riduzione del ciclo di vita delle piccole imprese ci devono indurre a pensare in modo nuovo: dobbiamo accompagnare le neoimprese, rendendole capaci di competere in un mercato sempre più mutevole e complesso. Le misure per l’autoimprenditorialità devono essere affiancate da percorsi di formazione e tutoraggio. Da parte nostra, forniremo assistenza a chi intende predisporre progetti ed usufruire delle agevolazioni non appena saranno predisposte le procedure”.

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