Bar, gelaterie, pasticcerie ed esercizi similari dovranno essere chiusi, con decorrenza immediata e fino al 20 ottobre, dalle 23 alle 6 del giorno successivo. Scatta il ‘coprifuoco’ per la movida, secondo quanto previsto da una ordinanza della Regione Campania pubblicata sul Bollettino ufficiale.
Inoltre, sempre nello stesso periodo, per pasticcerie ed esercizi similari scatta l’obbligo di chiusura dell’attività dalle ore 23 alle ore 6 del giorno successivo nei giorni da domenica a giovedì. Dalle ore 24 alle ore 6 del giorno successivo, nei giorni di venerdì e sabato.
In Campania, inoltre, a ristoranti, pizzerie ed altri esercizi della ristorazione (pub, vinerie, kebab e similari), è fatto obbligo di prevedere l’ultimo ingresso dei clienti nonché degli avventori per asporto alle ore 23 per l’intera settimana. Le consegne a domicilio sono consentite senza limiti di orario.
Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania, commenta così l’ultima ordinanza della Regione Campania che limita gli orari delle attività commerciali: «Ancora una volta ad essere penalizzato è il nostro commercio, senza che nel contempo si trovi la soluzione al vero problema, che è culturale, perché le persone si assembrano non certo a causa dei bar aperti dopo mezzanotte. Questa ordinanza mette in ginocchio la nostra economia, è il colpo di grazia per le nostre imprese. Lo Stato dovrebbe scendere in campo con tutti i mezzi che ha per far rispettare le regole e comminare le giuste sanzioni a chi trasgredisce. Fin qui evidentemente non ci è riuscito. Ribadisco: non sono i ristoranti, ad esempio, che creano assembramenti ma il senso civico delle persone. Chi ci assicura che, una volta chiuso il locale alle 23 o alle 24, le persone non si raggruppino, come già accade, in piazza o per strada?». Le nuove limitazioni mortificano ulteriormente le imprese campane, già provate dal lockdown e dalla crisi economica. «Questa ordinanza – aggiunge Vincenzo Schiavo – crea ulteriori ostacoli alla ripresa dell’economia. Confesercenti critica questa decisione ma è pronta ad eseguirla, naturalmente. Nel contempo pretendiamo, però, di avere immediate risposte su come le nostre attività possono far fronte alle spese. La Regione e il Governo ci dicano, subito, in che modo le nostre aziende, in queste condizioni, riusciranno pagare le tasse, ad affrontare gli impegni con le banche, a sostenere le spese di fitto e di fornitura e ad onorare gli stipendi dei dipendenti».