Da Avellino a Sanremo, Ghemon sogna un concerto al Partenio.

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Il pezzo sanremese che lo ha fatto conoscere (anche) al grande pubblico,’Rose Viola’, è solo una piccola parte dell’universo Ghemon, uno degli più artisti più raffinati, originali e fuori dagli schemi della scena hip hop italiana. Giovanni Luca Pinariello, da Avellino, classe 1982, è uno di quei rapper di razza che hanno fatto sempre scuola a sé, partendo dalla strada (ha iniziato a 15 anni facendo graffiti sui muri intorno allo stadio) e percorrendo un percorso in cui il successo è arrivato col tempo, senza fretta, grazie ad un lavoro duro e ad una sensibilità artistica che oggi avvicina la sua musica più a quella di un artista quasi soul come Common che a gran parte dei ‘rapper’ italiani. E poco importa se ‘Rose Viola’ (uscito per Carosello Records e disponibile in tutti i formati, anche vinile 45 giri col duetto sanremese insieme a Diodato e Calibro 35) si sia classificata solo 12esima: Ghemon è un gradino sopra agli altri, e lui lo sa bene. Tra degustazioni di vini e vita di strada, all’ANSA Ghemon ha raccontato il rapporto con la sua Avellino, a cui oggi resta profondamente legato tanto da sognare di tornarci per un live in quello stadio dove tutto è iniziato.

Com’è stato avvicinarsi all’hip hop nella Avellino anni ’90? “Eravamo nel 1995, per noi internet non c’era: c’era la radio, qualche giornale musicale come “Aelle” o il negozio di dischi “Ananas & Bananas”, dove andavo sperando che il commesso mi avrebbe fatto ascoltare qualche nuova uscita. Lo stesso facevano quei pochissimi amici con la mia passione con cui poi condividevamo queste notizie. Era tutto molto creativo”.

Hai iniziato ad avvicinarti al mondo del rap facendo graffiti della tua città: qual era la tua zona preferita? “La zona dello stadio, piena di grandi muri inutilizzati. Fummo così insistenti da costringere unassessore a concederci delle autorizzazioni scritte per poter dipingere intranquillità”.

Avellino non è molto conosciuta per le sue attrattive storico-culturali: quali sono i luoghi artistici più belli? “C’è un bellissimo teatro, il “Carlo Gesualdo” e il Conservatorio “Cimarosa”, che ‘raduna’ giovani musicisti anche dalle città limitrofe”.

Se potessi portare i fan di Ghemon a conoscere la città, da dove partiresti? “Da Tuoro Cappuccini, in alto, e poi scenderei lungo via Piave, fino a raggiungere la zona del Tribunale, in pieno centro. Svolterei poi da Via Dante per entrare sul Corso principale e mi fermerei nel centro storico, che è un piccolo dedalo di viuzze piene di localini e ristoranti”.

C’è un luogo a cui sei più legato in assoluto? “Lo Stadio ‘Partenio’ e il Palazzetto Dello Sport ‘Del Mauro’. Sono uno di fronte all’altro e sono stati di gran lunga i posti in cui ho passato più tempo e in cui mi sono sentito più vivo”.

Tra le eccellenze irpine c’è sicuramente il vino. Dove ci porteresti a fare una degustazione? “I ‘Feudi Di San Gregorio’ sono un fiore all’occhiello come azienda e anche la loro sede, con ristorante stellato e cantine per le degustazioni, sono imperdibili”.

Visto che sei un intenditore di vini, ti chiedo: se la musica di Ghemon fosse un vino, quale potrebbe essere? “Greco di Tufo, senza se e senza ma, un must assoluto, un vino tosto e “versatile”, che si può bere con tutto. Ecco:io vorrei essere versatile come il ‘Greco’”.

Restando in tema enogastronomico, consigliaci i tuoi locali preferiti per la colazione, l’aperitivo e la cena. “La Torteria” per i dolci e il “Bar Cappuccini” per l’aperitivo. Per la cena c’è l’imbarazzo della scelta, ma i miei posti preferiti sono “La Scintilla” a Serino, e “Il Gufo”, nel centro storico”.

Qual è il tuo locale preferito per la musica live? “Il “Tilt”, in una zona tranquilla, con una programmazione che non ha nulla da invidiare alle città più grandi”.

E i negozi di dischi che ami di più? “Direi ‘Camarillo Brillo’, in una traversa del corso principale”.

Hai detto che il tuo sogno nel cassetto è un concerto al Partenio: dopo il successo sanremese ci sono possibilità concrete perché si realizzi? “Per ora no ma non ho fretta: c’è tempo. Anche il ‘Palazzetto’ o il Teatro sarebbero una bellissima venue per me. Io sono a Milano, ma se arriva una chiamata da casa, sarei felicissimo di rispondere”. (ANSA)

Info: https://www.facebook.com/ghemonofficial/

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