La poesia – afferma Huizinga – è un gioco. Il poeta affronta il suo Nulla e inizia a cercare i momenti di un passato silenzioso, oscuro ma ancora terribilmente vivo. Una specie di caccia al tesoro, insomma. Quello che in pratica fa Lella De Marchi nella sua silloge poetica Stati di amnesia (LietoColle)
(in un attimo si chiude il cielo in un attimo/ si perdono le mani, la stretta dell’uno/ dentro l’altro a chiudere nel cerchio/ ogni riflesso// la mappa si sfilaccia si disfa/ ogni sentiero si resta, vivi dietro/ ai vetri, mille occhi alla deriva dietro/ ai vetri// piove l’acqua che ci strappa/ dal materno abbraccio della terra)
La poesia della De Marchi si fa ricerca affannosa di tutto ciò che si lascia alle spalle, consapevole come è che ogni momento della sua vita ha trovato rifugio in questi stati d’amnesia e che, quindi, niente è da considerarsi perduto se si ha il dono della Poesia.
Il libro allora diventa la casa di lontane emozioni, un momento per ritrovare l’anima delle persone e delle cose vive in un passato certamente più reale del futuro.
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