Sono stati assolti dal giudice Francesca Telaro, perchè il fatto non sussiste, i tre medici del Fatebenefratelli che erano stati coinvolti nell’indagine sulla morte di una 32enne di Afragola, avvenuta il 29 luglio del 2012. Si tratta dei dottori Salvatore D’Auria, Antonio Piscopo e Federico Forgione – sono stati difesi dagli avvocati Giuseppe Maturo, Francesco Cesario e Angelo Leone-, per il quali il Pm Maria Colucci aveva chiesto la condanna a 2 anni.
La donna si era ricoverata per sottoporsi ad un intervento chirurgico che si era reso necessario per la frattura dell’omero sinistro. Nessun problema, l’intervento era perfettamente riuscito, era stata trasferita dalla terapia intensiva al reparto di ortopedia, dal quale era stata dimessa il 28 luglio, quando le era stata anche prescritta una terapia. Era tornata a casa, in provincia di Napoli, ma a distanza di ventiquattro ore era deceduta – verrà poi accertato – per uno scompenso cardiaco ed un edema polmonare acuto.
Un dramma al quale avrebbero concorso, secondo gli inquirenti, presunte condotte di imperizia e negligenza contestate ai tre professionisti.
A detta dell’accusa, la paziente versava in condizioni definite “instabili”: presentava “un’insufficienza respiratoria, segni di sovraccarico del circolo polmonare, era in uno stato anemico e diabetico e verosimilmente settico, atteso che la leucocitosi non si era risolta a seguito di terapia antibiotica”. Dunque, queste le conclusioni del sostituto procuratore Marcella Pizzillo, titolare dell’inchiesta, la 32enne non doveva rientrare presso la sua abitazione, ma essere avviata “presso un’unità di indirizzo internistico con una conseguente adeguata assistenza”.
Nel febbraio del 2018 il rinvio a giudizio dei tre professionisti, ora la loro assoluzione. I familiari della vittima, parti civili, sono stai rappresentati dall’avvocato Immacolata Carratore.