Emergenza acqua, operaio Alto Calore aggredito a Montoro, i sindacati insorgono: situazione intollerabile.

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L’emergenza acqua in Irpinia e parte del Sannio non si placa e, complici anche le alte temperature di questi giorni, esaspera la popolazione che reagisce anche contro persone che fanno semplicemente il loro lavoro, come l’operaio di Alto Calore Servizi aggredito a Montoro mentre era addetto alla riparazione di una conduttura guasta.

Situazione non più tollerabile denunciano i sindacati: «E’ una situazione intollerabile – dice il segretario della CGIL ispina Franco Fiordellisi – abbiamo inviato una nota sia alla Prefettura sia alla Questura, serve sicurezza non solo per i lavoratori ma anche per i cittadini. Abbiamo chiesto che ci si attivi presso l’Alto Calore per mettere in sicurezza l’acqua potabile attraverso l’installazione di filtri. E, ovviamente, per i lavoratori che vengono individuati come coloro che creano problemi alle attività economiche e all’utenza».

Secondo il segretario Cgil, «quando si è costretti a scegliere tra consumo di acqua per uso potabile, agricolo o industriale si crea inevitabilmente una guerra tra cittadini. E tutto questo in una condizione assolutamente difficile, quella della mancanza di lavoro, alla quale si aggiunge la mancanza di acqua nelle attività pubbliche che paralizza tutto il sistema».

E Fiordalisi smorza anche i toni trionfalistici con i quali è stata accolta la notizia dell’accordo, raggiunto ieri a Caserta, che ripartisce equamente l’acqua della dotazione di Cassano Irpino tra la nostra provincia e la Puglia.

«Di fronte ad una notizia del genere – dice – io francamente resto alquanto sconcertato. Sono anni che diciamo che l’acqua è un bene comuni, ma non è che si può dire che c’è un quantitativo che viene sottratto a qualcuno per essere dato ad un altro: se c’è una immissione in rete di mille litri e la disponibilità al rubinetto è di trecento, vuol dire che c’è una dispersione di settecento litri. Se questa è una idea trionfalistica della redistribuzione dell’acqua ben venga, ma io mi rendo conto che se esiste una captazione maggiore e non c’è un lavoro sulle reti che blocchi le perdite, arriveremo al punto che le falde diventeranno sempre più povere e l’acqua che non andrà in Puglia non tornerà certamente indietro».

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