Ad Avellino, nella zona Ferrovia, si sta vivendo una vera e propria emergenza, l’aria è inquinata a causa dell’amianto proveniente dagli stabilimenti dismessi dell’ex Isochimica, azienda che nel 1990 era stata incaricata di rimvuovere le coibentazioni di amianto (perchè riconosciute come tossiche) da 2500 carrozze ferroviarie di proprietà delle Ferrovie dello Stato.
L’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Avellino, dal Procuratore Capo Rosario Cantelmo e dal Sostituto Elia Taddeo, sulla base delle denunce e dei numerosi casi di ammalamenti (140 casi) che hanno portato anche a decessi nella popolazione (9 persone) che vive nelle aree circostanti la Stazione di Avellino, ha portato alla chiusura d’emergenza dello stabilimento Isochimica ed all’immediata bonifica della zona.
Per reperire i fondi necessari alla bonifica è stato necessario da parte del Sindaco Foti avviare la procedura di esproprio dell’area per motivi urgenti di protezione civile e sanità pubblica, in modo che il sito diventi di interesse nazionale e possa essere più facile ottenere i finanziamenti per la bonifica definitiva. I biologi infatti affermano che l’amianto proveniente dalle carrozze scoibentate in Isochimica è del tipo più pericoloso, la crocidolite, e che ha un periodo di incubazione che dura fino a 30 anni.