Emil Cioran. La filosofia come de-fascinazione e la scrittura come terapia, il nuovo lavoro di Vincenzo Fiore.

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Pubblicato il nuovo libro dello studioso irpino Vincenzo Fiore (membro del Progetto Internazionale dedicato al pensatore romeno, coordinato da diverse università europee): “Emil Cioran. La filosofia come de-fascinazione e la scrittura come terapia” (Nulla Die, 2018).

Nato nel 1911 in un villaggio sperduto fra i Carpazi, Emil Cioran già dal suo esordio letterario con “Al culmine della disperazione” dichiara di aver chiuso i conti con la filosofia. Il pensatore romeno non elaborerà mai una nuova dottrina o una visione del mondo, e rivendicherà per tutta la vita la sua “inutilizzabilità”. Una strage delle illusioni e uno smascheramento senza pari nella storia delle idee, volti all’eliminazione del profeta che si nasconde in ogni uomo. Pertanto, la filosofia di Cioran non sarà altro che un esercizio di de-fascinazione e la scrittura si rivelerà una terapia volta a sopportare l’esistenza, nel vano tentativo di riscattare la dolcezza anteriore alla nascita. Il testo di Fiore, ripercorre e analizza lo stretto rapporto fra biografia e pensiero in Cioran, soffermandosi sui temi teoretici del meglio non essere nati, di Dio e del suicidio.

In appendice al testo una lettera inedita del filosofo, un articolo della giornalista venezuelana Carol Prunhuber, e alcuni ritratti fotografici di Vasco Szinetar (considerato uno dei fotografi più importanti al mondo).

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