Ex Irisbus, appello dei lavoratori: qui solo precarietà e passerelle dei politici.

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Dal Gennaio 2015, l’ex stabilimento Irisbus di Valle Ufita viene ceduto all’Industia Italiana Autobus. Le condizioni iniziali prevedevano la ristrutturazione dello stabilimento e il successivo inserimento scaglionato dei lavoratori. Ad oggi, Ottobre 2017, tutte le condizioni definite durante gli incontri tenutosi presso il Mise, non sono state del tutto rispettate e le responsabilità ricadono interamente sul Governo, sulla Società (Industria Italiana Autobus), la politica in generale e soprattutto sui parlamentari del nostro territorio che dopo le varie passerelle si sono disinteressati dell’attuazione dell’intero progetto.

Dunque una vera ristrutturazione totale dello stabilimento che desse maggiore serenità ai trecento lavoratori, all’indotto e al territorio ancora non è stata ultimata.

Nel 2015 i lavoratori occupati nella manutenzione impianti erano 15 e ognuno effettuava durante il mese una settimana lavorativa, nel Dicembre 2016, iniziava la produzione con circa sei/sette lavoratori in condizioni critiche. I lavoratori dunque per difendere il posto di lavoro e la propria “dignità” hanno deciso da subito di sacrificarsi per rilanciare lo stabilimento. Successivamente a partire dal Maggio 2017, i lavoratori occupati erano circa 40 , nei mesi estivi gli occupati sono arrivati a circa 100, e attualmente dimezzati. Le condizioni restano sempre critiche e i mezzi a disposizione non sempre soddisfano tutte le esigenze di produzione. La produzione completata a tutt’oggi è di 26 autobus di otto metri, frutto dell’alta professionalità e degli enormi sacrifici di adattamento dei lavoratori.

Tra i lavoratori occupati e non inizia a configurarsi uno scenario incerto che desta paura e preoccupazione. Alcuni operai ed ex operai, riuniti dalla precaria situazione, chiedono alla Società e al governo maggiore chiarezza sulla situazione e nei prossimi giorni si procederà alla riorganizzazione dei lavoratori chiedendo a tutte le organizzazioni sindacali, partitiche e movimenti di unirsi per difendere il futuro e la dignità di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici”.

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