“Mi hanno fatto il pacco” è la tipica espressione partenopea che si usa quando si scopre d’essere stati abbindolati. L’imbroglio, la maggior parte delle volte, accade nelle zone del marcato “parallelo”, tra il folclore delle espressioni e il caos della gente. Oggi, questo modo di dire, ha la forza di rappresentare qualcosa di nuovo e di veramente innovativo.
Dal bisogno di valorizzare il territorio e di preservarne le tradizioni, dalla gioia di lavorare insieme, rimettendo al centro persone e valori, è nata una vera e propria sfida, quella del Pacco alla Camorra, un insieme di prodotti provenienti dai beni confiscati alle mafie.
L’idea nasce dal Consorzio “N.C.O”( Nuova Cooperazione Organizzata), un gruppo di 11 imprese sociali nate sui terreni confiscati nel casertano. La Nuova Cooperazione Organizzata, riprendendo l’acronimo della nuova camorra organizzata cutoliana, lancia la vera sfida nei luoghi dove la criminalità, per tantissimi anni, ha fatto morti ammazzati, ha cancellato le tradizioni dei territori, ha sottratto ogni possibilità di un’economia diversa.
L’idea di cooperare e di provare a raccontare il grande potenziale dei beni confiscati alle mafie, non è circoscritta alla sola provincia di Caserta. Si, perché è questo il banco di prova importante.
Quest’anno, raccogliendo nuovamente l’invito, ha contribuito alla realizzazione del pacco anche il Maglificio CentoQuindici Passi, un’impresa di maglieria artigianale nata nella villa confiscata ad un ex boss camorristico nel comune di Quindici.
Venerdi 22 Dicembre, alle ore 17.30, il Coordinamento Provinciale di Libera con la cooperativa sociale che gestisce il maglificio, presenterà alla cittadinanza e a tutte le istituzioni, il Pacco.
La presentazione si svolgerà presso la sede del Progetto TAM TAM in piazza 23 Novembre.