a cura di Giovanni Bottiglieri
Si è conclusa l’ottava edizione del Faito DOC Festival, dove tanti sono stati i protagonisti e le opere in concorso, con un’attenzione anche alla selezione dei Fuori Concorso.
La Giuria, costituita da Katia ROSSINI, Andrea BONI, Geneviève MORAND, Giovanni PIPERNO, Antonella DI NOCERA, Shura LIPOVSKY e Klaas BOELEN, professionisti di cinema e televisioni internazionali, hanno decretato la vittoria di Of Men and War di Laurent Bécue-Renard, al quale è stato assegnato il premio come Migliore Lungometraggio con la seguente motivazione:
“Il documentario è una intensa esperienza cinematografica. La profonda dedizione del regista e l’eccellente costruzione del film riescono a rappresentare efficacemente l’orrore della guerra senza la necessità di mostrarla. Il racconto del processo terapeutico che porta al risveglio della coscienza diventa universale e dà un volto alla vulnerabilità degli uomini in guerra.”
Riguardo i cortometraggi, la giuria ha assegnato il Premio Faggio Miglior Cortometraggio Documentario a due opere in ex-aequo:
Yaar di Simon Gillard con la seguente motivazione: Per la potenza delle immagini dal primo piano ecografico dell’inizio fino ai campi multipli brillanti e poetici che propongono una grammatica unica per avvicinarsi al cuore del lavoro e della preghiera. E per la profondità dello specchio alchemico in cui il pubblico, i personaggi del film e il regista stesso sono immersi, dal ventre della terra alla risonanza cosmica.
E il secondo ad House on Its Head di Adam Palenta, con la seguente motivazione: Il documentario rivela con sguardo affascinante la storia intima di un artista che ritrae la sua famiglia con amore ironia e tenerezza, nella Polonia comunista degli anni 50 e 60.
Attraverso l’uso creativo e poetico dei filmini di famiglia, il regista racconta sentimenti e relazioni universali. Montaggio, suono e animazione rendono questo film un’esperienza fresca e gioiosa.
Inoltre la giuria si è riservata la facoltà assegnare una Menzione Speciale ai lungometraggi This is my Land di Tamara Erde e Tempo Pieno di Lorenzo Cioffi, con le rispettive motivazioni:
“E’ riuscito con coraggio a mettere in discussione i modi di interpretare la storia e le identità dei due popoli Palestinese e Israeliano usando l’approccio educativo come strumento per una nuova consapevolezza.”
“Tempo Pieno restituisce il racconto di una micro-esperienza di una scuola elementare pubblica di Napoli e apre una prospettiva sull’educazione come spazio di creatività e di ricerca fino a suggerire un modello da condividere.”
Il Premio Ottica Sacco è invece andato a Blackstone Children di Waddah Alfahed con la seguente motivazione: “Per averci obbligato a guardare il drammatico conflitto nella Siria dei nostri giorni attraverso le immagini della grande città di Homs ridotta in cenere, filmando in particolare il momento del ritorno della popolazione dopo oltre due anni di guerra.”
La giuria dei giovani, costituita da Mario ESPOSITO, Rossella RONCA, Clelia MOCCIA e Giovanni BOTTIGLIERI ha decretato la vittoria di Tempo Pieno di Lorenzo Cioffi come Miglior Lungometraggio con la seguente motivazione:
“La sua struttura documentaria lineare pone lo spettatore di fronte ad un caso eccezionale, generando idee e propositività in un’epoca di passaggio. La formazione infantile è essenziale per il progresso e la convivenza in una società civile. In quanto giuria giovani, crediamo che il mondo di domani debba arricchirsi di questi esempi per un ripensamento generale dei modelli educativi”.