Fondazione dell’Arma dei Carabinieri, le celebrazioni ad Avellino.

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Lunedì 5 giugno l’Arma dei Carabinieri celebra il 209° Annuale di Fondazione.

Ad Avellino, dopo la deposizione di una corona d’alloro alla targa in onore dei Caduti presente nel piazzale interno della Caserma “Nicola Litto”, la ricorrenza è stata ricordata e vissuta con una manifestazione militare, che si è tenuta dalle ore 18.00 al centralissimo Corso Vittorio Emanuele II, alla presenza del Prefetto della Provincia di Avellino, Dott.ssa Paola Spena.

Alla cerimonia di questa sera, occasione di festa anche per i cittadini, hanno preso parte Autorità civili, militari e religiose della Provincia, una rappresentanza del personale della sede, delle Sezioni dell’Associazione Nazionale Carabinieri e Forestali della Provincia, degli orfani e delle vedove dell’Opera Nazionale di Assistenza, oltre ai militari in servizio con i loro familiari.

Il tutto allietato da brani suonati dagli allievi del Conservatorio “D. Cimarosa” di Avellino ed impreziosito dalla presenza di alcuni giovani scout di Avellino e Nola, nonché da alunni del Convitto Nazionale “P. Colletta” di Avellino, accompagnati dai loro insegnanti e dirigenti scolastici.

Davanti a un folto pubblico, in una solenne cornice composta da carabinieri in Grande Uniforme, la serata ha vissuto due momenti di particolare intensità: il discorso del colonnello Luigi Bramati, Comandante Provinciale, per il quale è stata l’occasione per un commiato dalla città (tanto da non nascondere in alcuni momenti punte di commozione nella voce) e, ovviamente, le premiazioni ai militari che si sono distinti nel corso del loro servizio. Quest’anno encomi ed elogi sono andati a 13 Carabinieri.

La cerimonia ha avuto inizio con il rito solenne dell’alzabandiera per poi proseguire con la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dell’Ordine del Giorno del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata Teo Luzi.

Nel corso del suo intervento, il Colonnello Luigi Bramati ha ricordato il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, precursore di un metodo investigativo moderno, evidenziando che gli ottimi risultati conseguiti dai Carabinieri in Irpinia nel contrasto alla criminalità soprattutto predatoria, sono principalmente il frutto dello studio e dell’analisi dei fenomeni delinquenziali.

«Come il Generale Dalla Chiesa ci ha indicato con la sua vita spesa al servizio della giustizia, -ha rimarcato con forza il Colonnello Bramati- la Guerra contro la criminalità organizzata non si vince solo sulla strada e nelle aule giudiziarie. Si vince nelle scuole, tra i giovani, tra quelli che un giorno prenderanno il nostro testimone e vinceranno quella Guerra le cui battaglie oggi stiamo combattendo».
L’impegno dei carabinieri continuerà in questa direzione, riservando particolare attenzione sia ai reati contro le vittime vulnerabili (stalking, atti persecutori, truffe agli anziani) e a quelli ambientali, sia alle indagini per la verifica di infiltrazioni della criminalità organizzata in amministrazioni locali e in attività imprenditoriali.
Sottolineando il ruolo imprescindibile della Stazione dei carabinieri, spesso unico presidio di polizia, dopo un caloroso e commosso ringraziamento a tutti i Carabinieri del Comando Provinciale e al Prefetto di Avellino «che ha guidato i Carabinieri, e le altre Forze di Polizia della Provincia, con altissima professionalità, saggezza e profonda vicinanza», il Colonnello Bramati ha annunciato il suo imminente trasferimento.

«Termino questa breve allocuzione con un commosso, sentito e profondo ringraziamento alla terra irpina, per tutto quello che in questi tre anni mi ha dato a profusione: sarà questa la mia ultima Festa dell’Arma che celebrerò da Comandante Provinciale dei Carabinieri di Avellino, essendo stato designato per ricoprire, a brevissimo, un altro incarico; l’Irpinia, così bella, fiera, complessa e forte, sarà sempre nel mio cuore, così come il suo fiero popolo, dalla plurimillenaria tradizione di coraggio, forza e generosità. […] Rare e preziose qualità, che, mi auguro, faranno di me, per sempre, un altro figlio dell’Irpinia».

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