Giornata Mondiale della Prematurità sabato 16 al Moscati con Monsignor Aiello.
Avranno una benedizione speciale i circa 100 bambini nati prematuri nel 2018 e nel 2019 che domenica 17 novembre, in occasione della Giornata Mondiale della Prematurità, torneranno con i genitori all’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino per partecipare alla festa organizzata per loro dall’Unità Operativa di Patologia Neonatale e Tin (Terapia Intensiva Neonatale). Ci sarà infatti anche il Vescovo, Monsignor Arturo Aiello, ad accogliere i piccoli nell’area antistante all’aula magna (Città Ospedaliera, primo piano, settore B, ore 11), insieme al sindaco di Avellino, Gianluca Festa, al Direttore Generale dell’Azienda “Moscati”, Renato Pizzuti, e al Direttore Sanitario, Rosario Lanzetta.
Prima di partecipare alla manifestazione, il Vescovo officerà, alle ore 10, una Santa Messa nella cappella ospedaliera (quarto piano, settore A) in onore di San Giuseppe Moscati, la cui festa liturgica si celebra domani, 16 novembre. Al termine della funzione, un’illuminazione viola, il colore simbolo della giornata della Prematurità, indicherà il percorso verso lo spazio affollato dai tanti neonati che sono riusciti, grazie alle cure dei professionisti della Città ospedaliera, a superare le difficoltà legate alla nascita pretermine. «L’evento – sottolinea il responsabile dell’Unità Operativa di Patologia Neonatale e Tin, Sabino Moschella – sarà un’occasione per rivedere le famiglie con le quali abbiamo condiviso momenti di preoccupazione e di gioia. Sarà emozionante fare una carezza a quei tanti piccoli che sono stati assistititi con amore e professionalità da tutto il personale della Neonatologia». Il reparto, individuato come centro Hub regionale di Terapia Intensiva Neonatale, fa registrare una media di 120 ricoveri all’anno di prematuri, provenienti non solo dall’Irpinia, ma da tutte le province campane. La Terapia Intensiva è “aperta”, cioè consente la visita dei familiari dei piccoli ricoverati senza rigide imposizioni orarie: una scelta nel segno dell’umanizzazione dell’assistenza, verso la quale sono indirizzate anche le tecniche assistenziali adottate dal personale del reparto, come la marsupioterapia.