IIA, ancora una fumata nera al MISE. CGIL: azienda già inadempiente e pone ulteriori condizioni.

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Nulla di fatto al vertice tenutosi al MISE tra Azienda, Governo e Sindacati sulla ripresa delle attività produttive all’IIA, che riguardano anche lo stabilimeto di Flumeri, ex Irisbus, oltre che lo stabilimento ex Breda Menarini a Bologna.

«La direzione aziendale, nonostante non abbia ottemperato a quanto sottoscritto nelle intese sia per i lavoratori di Bologna che di Valle Ufita, nonostante entrambi gli stabilimenti siano fermi, pur essendoci le commesse, per procedure di cassa integrazione per avviare la riorganizzazione e ristrutturazione, nonostante abbia in parte prodotto autobus fuori dal nostro Paese, oggi al tavolo ha posto delle condizioni senza le quali il piano si bloccherebbe» commenta Michele De Palma, responsabile nazionale Fiom Cgil.

L’azienda, nella persona dell’AD Del Rosso, chiede che il Governo si impegni a commesse per 550 autobus per anno, un finanziamento per la liquidità, per i lavoratori di Bologna il prolungamento della cassa, la riduzione del personale indiretto di produzione, la riduzione dei salari complessivi, un sostegno alla ricerca e sviluppo delle Regioni competenti.

«Secondo la direzione aziendale senza queste precondizioni fallirebbe il progetto- prosegue De Palma- Di fronte alle comunicazioni aziendali la Fiom ha chiesto che, vista la gravità della situazione, è fondamentale la presenza del Governo al prossimo incontro che si terrà nella prima settimana di maggio. La Fiom ha inoltre dichiarato che la direzione aziendale, a fronte del rispetto di quanto stipulato e delle azioni intraprese a sostegno dalle Istituzioni, non può in alcun modo porre un aut aut. Non c’è nessun prendere o lasciare ma la disponibilità a un confronto a partire dal rispetto degli accordi che prevedono il ritorno al lavoro delle maestranze. Oggi, tutte le strumentalizzazioni sulla presunta contrapposizione tra i lavoratori dei due siti, alimentate nelle scorse settimane sono state spazzate via perché è del tutto chiaro che i due siti non possono vivere l’uno senza l’altro. La stessa direzione aziendale ha quantificato nel piano con 130 mezzi per Bologna e 420 per Flumeri l’obiettivo da raggiungere dal punto di vista produttivo. La Fiom proporrà assemblee unitarie con i lavoratori sia a Bologna che in Valle Ufita per informare e preparare il prossimo incontro, la professionalità e la capacità dei lavoratori dei due stabilimenti sono il valore aggiunto che non può essere messo in discussione con ipotesi di scambio tra diritti e lavoro, nei mesi scorsi troppe volte si sono festeggiate false partenze, ora è il momento di aprire i cancelli e tornare a produrre».

Leggermente più ottimista la lettura che dà l’Ugl dell’incontro odierno: «finalmente sono state comunicate le prossime tappe del progetto di rilancio dello stabilimento di Valle Ufita, ma restano ancora punti oscuri che vanno chiariti al più presto» commenta il segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, presente al Mise.
«Serve il massimo impegno del governo a sostegno dello sforzo di Industria Italiana Autobus per acquisire commesse, poiché la nostra industria nazionale non può fare a meno del supporto delle istituzioni per affrontare la crisi» conclude.

Tra fine maggio inizio giugno i primi 111 dipendenti dovrebbero rientrare in servizio, seguiti da altri 90 in caso di eventuali commesse. Ma, aggiunge Antonio Oliviero, segretario provinciale dell’Ugl Metalmeccanici, «rispetto ai 294 dipendenti ex-Irisbus, il conto non torna, così come non è stato chiarito quando IIA riprenderà la produzione. Ci aspettiamo che tutti i dipendenti siano reinseriti nello stabilimento, e che il governo faccia la sua parte per favorire le produzioni nazionali di autobus e pullman. Il tavolo è stato riaggiornato ai primi di maggio: ci auguriamo che per quella data – conclude – arrivino le certezze che ancora mancano sulla riorganizzazione, la ripresa produttiva e la salvaguardia dei livelli occupazionali».

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