Immigrazione e integrazione nelle aree rurali, 8 maggio ex carcere borbonico.

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Immigrazione e integrazione sociale nelle aree rurali”: un tema di forte attualità, quotidianamente dibattuto, che trova una sua importante espressione anche nei territori della provincia di Avellino e nell’area del Gal Partenio. Mercoledì 8 maggio, alle ore 18, ad Avellino, presso l’ex Carcere Borbonico (Sala Blu) si terrà una iniziativa promossa dal Gal Partenio che metterà a confronto le varie anime dell’accoglienza, dal volontariato fino alla gestione vera e propria dei processi di integrazione sociale. La chiusura sarà affidata al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che sul Decreto Sicurezza e la “chiusura dei porti” ha assunto una dura presa di posizione, assurgendo a simbolo delle città solidali.

“I flussi migratori sono fenomeni storici e ciclici che rappresentano un problema e una risorsa al tempo stessospiega Luca Beatrice, presidente del Gal Partenio -. L’approccio alla questione può avere il carattere religioso del «dar da mangiare all’affamato», quello autoritario della chiusura aprioristica o quello scientifico che studia il fenomeno e cerca di governarlo nel modo migliore. Essendo fenomeno nazionale, anche le nostre aree interne ne sono interessate e la risposta dei Comuni e delle nostre comunità ha quasi sempre assunto caratteri comunque improntati alla tolleranza e all’inclusione sociale. Forse anche perché la nostra è una terra di emigranti e il ricordo delle valigie di cartone e dei bastimenti che partivano verso l’ignoto riguarda tantissime famiglie del Mezzogiorno d’Italia”.

Nei 16 comuni del Gal Partenio, infatti, sono presenti diversi tra Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e Cas (centri di accoglienza straordinaria) e sono molte le questioni ancora aperte relative agli strumenti di accoglienza, anche nelle aree rurali. Inoltre due assi portanti della strategia di sviluppo ideata dal Gal Partenio sono rappresentati proprio dall’agricoltura sociale e dall’inclusione sociale.

“Per questi motivi – continua Beatrice – sentiamo di dover dare un seppur minimo contributo al dibattito in questione, anche attraverso il racconto delle esperienze nel nostro territorio e con la partecipazione significativa della massima carica istituzionale della più importante città della Campania che da sempre rappresenta l’anello di congiunzione tra paesi poveri e occidente industrializzato. Per svolgere, in pratica, una riflessione pacata e costruttiva su un tema che, da qualsiasi angolazione voglia essere guardato, resta una questione importante per le nostre coscienze e per la nostra società”.

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