In Campania quasi un autobus su due (il 43%) ha oltre vent’anni, ad Avellino oltre il 38% ha più di 20 anni.
Tra chiusure, blocchi alla circolazione e restrizioni dovute all’emergenza sanitaria ed economica in atto, il 2020 è stato un anno difficile anche per il mondo del trasporto merci e persone su strada. Continental, brand che da 150 anni fa della sicurezza su strada e dell’innovazione tecnologica la propria missione, ha realizzato un Osservatorio sui macro trend del trasporto pesante con l’obiettivo di fornire una panoramica del settore sia a livello nazionale, sia a livello locale. Per capire quanto ha inciso la pandemia sullo sviluppo del comparto dei mezzi pesanti in Campania, l’Osservatorio ha analizzato i dati relativi alle nuove immatricolazioni, ai tipi di alimentazione, all’anzianità e alle categorie Euro* del parco circolante in Regione e nelle singole province.
Lieve calo delle immatricolazioni in Campania: -28,6% di nuovi autobus ad Avellino
Nel 2020 in Italia le immatricolazioni di mezzi pesanti per il trasporto merci con oltre 16t sono state 19.616, il 14,2% in meno rispetto al 2019. Con un lieve miglioramento rispetto alla media nazionale, segue lo stesso trend negativo la Campania, con -9,5% di nuove targhe. Varia la situazione tra le province e, in controtendenza, Avellino mostra una crescita del 14,4%.
Uno scenario simile si presenta per il trasporto persone dove le immatricolazioni di autobus di oltre 3,5t in Italia sono passate da 4.935 del 2019 a 3.404 del 2020 (-31%). Anche in questo caso la diminuzione della Campania è più contenuta, con -8,7%. Le province presentano tutte segno negativo: Avellino al -28,6%.
Alimentazione, l’elettrico sotto l’1% e scompare l’ibrido
Lo scorso anno, il parco circolante di autocarri merci in Italia ha raggiunto le 4.221.718 unità. La quasi totalità di questi sono alimentati a gasolio (91,6%); i rimanenti sono a benzina (4,6%), a metano (2,2%), a benzina e gas liquido (1,2%), ibridi ed elettrici (0,1% ognuno). La Campania segue i valori medi nazionali con una preponderanza netta di gasolio (91,14%), seguita dal benzina (che sfiora il 6%). Sotto il 2% metano e benzina e gas liquido e sotto lo 0,1% elettrico e ibrido. L’ibrido è diffuso con uno 0,1% in tutte le province, tranne che ad Avellino, dove si azzera anche l’elettrico.
Il parco autobus nel nostro Paese registra nel 2020 99.883 unità. Anche in questo contesto la maggioranza dei mezzi in circolazione sono a gasolio (93,7%), seguiti però dal metano (4,8%). Sotto l’1% rimangono l’elettrico, il benzina, benzina e gas liquido e l’ibrido.
Anche in Campania la quasi totalità degli autobus sono a gasolio (95,8%), con una piccola percentuale di mezzi a metano (2,7%). Benzina, benzina e gas liquido ed elettrico non superano l’1% mentre l’alimentazione ibrida non è presente. Avellino ha un parco circolante composto quasi totalmente da gasolio (99,6%) con qualche veicolo a metano (0,2%) e altrettanti a benzina.
Oltre il 38% di autobus ha più di vent’anni
La fascia di anzianità maggiormente rappresentata all’interno del parco circolante italiano di mezzi pesanti per il trasporto merci è quella da 10 a 15 anni (18,9%), seguita dai 15-20 anni (17,9%) e 20-30 anni (15,7%). Inversa la classifica campana che vede come preponderante la fascia 20-30 (19,2%) seguita da quella 15-20 (18,7%) e da 10-15 (17,7%). Molto alta la quota di autocarri di oltre 30 anni (16%) di oltre 40 (8,3%), specie se confrontata con i mezzi di massimo 5 anni che rimangono al 10%. Ad Avellino il 21% del totale è composto da veicoli di 30 anni e oltre e una quota dell’8,4% di mezzi nuovi di non più di 5 anni.
Considerando il parco autobus nel nostro Paese, emerge che quelli più recenti (da 0 a 5 anni) sono il 19,4% del totale, mentre quelli più vecchi, di oltre 20 anni, il 25,7%. Nella fascia intermedia da 5 a 20 anni, si colloca la maggior parte del parco circolante. Stesso schema, ma con numeri un po’ più preoccupanti, in Campania, dove i mezzi più recenti scendono a quota 12,5%, mentre quelli più anziani salgono oltre il 43%. Nella provincia di Avellino gli autobus di massimo 5 anni sono l’11,9% e il 38,1% è rappresentato da veicoli ultraventenni.
Classi ambientali inquinanti doppie rispetto alle Euro 5 e 6
Dall’analisi della categoria Euro dei mezzi pesanti per trasporto merci in circolazione a livello nazionale emerge un’importante presenza di veicoli molto recenti (Euro 5 ed Euro 6), che corrisponde al 31,8% del totale; ciò nonostante, quelli più vecchi (Euro 0, Euro 1 ed Euro 2) continuano a coprire una quota superiore (33,3%). In Campania la classe ambientale più diffusa è l’Euro 0, con ben il 26%, e, sommandola alle categorie più datate si raggiunge il 47,7%. Le categorie più giovani Euro 5 e 6 si fermano invece al 18,8% in Regione, mentre in provincia di Avellino al 17,3%. Qui gli Euro 0 arrivano al 23% e gli Euro 1 e 2 al 21,2%.
In Italia la percentuale di autobus appartenenti alle categorie Euro 5 ed Euro 6 si attesta al 38,2%. Vi è però ancora in circolazione un’ampia quota di categorie più vecchie, ed Euro 1, Euro 2 ed Euro 3 arrivano al 38,6% del totale. In Campania la percentuale di Euro 5 e 6 arriva al 23,6%, scontrandosi ancora una volta con un duro 27,2% della classe 0, e un 49,3% di quelle più obsolete (Euro 0,1 e 2). Avellino è la provincia con la percentuale più bassa di classi inquinanti (43%), ma questo dato rimane molto elevato e preoccupante se rapportato all’incidenza delle categorie più recenti ferme al 20,7%.
Considerando categoria euro e anzianità, l’Italia è spaccata in due: il parco circolante è più giovane nelle regioni del Nord e del Centro mentre è più datato nelle regioni del Sud Italia.
La circolazione di mezzi di trasporto vecchi e con classi ambientali datate peggiora sensibilmente la situazione delle emissioni nell’ambiente e la sicurezza della circolazione, e pone l’accento sulla necessità di accelerare il ricambio di questi mezzi con altri più nuovi, sicuri e meno inquinanti, perché dotati di tecnologie recenti.