«C’è la condanna dei principali imputati, tra cui Ferrovie dello Stato che deve risarcire le parti civili e i lavoratori impegnati nell’attività di scoibentazione delle carrozze ferroviarie dall’amianto senza la dovuta sicurezza e sistemi di tutela che hanno determinato danni umani e ambientali da malattie asbesto correlate e quindi morte tra i dipendenti. Il riconoscimento del danno procurato ai lavoratori è un dato storico ed importante per il territorio e per la città Avellino», affermano il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, e il segretario generale della Cgil Avellino, Franco Fiordellisi.
«La Cgil – continuano i sindacalisti – in questi procedimenti si costituisce parte civile perché viene lesa la salute e la dignità dei lavoratori, ma anche per le criticità che si determinano nel territorio. Serve una vera e severa idea di sviluppo sostenibile per il bene di tutti. Il giudizio, con condanna, evidenzia lo scempio contro i lavoratori, le persone e l’ambiente. La speranza, delusa, di avere un lavoro e vivere con uno stipendio dignitoso che invece per anni ha dato un calvario per malattie e drammi umani connessi alla disapplicazione delle norme di sicurezza, ma anche la successiva sottovalutazione del rischio Amianto e del valore della prevenzione».
«Oggi è dunque un momento importante e storico per tutti coloro che da anni combattono contro la sottovalutazione dell’importanza della prevenzione nei luoghi di lavoro e per l’esposizione all’amianto. Dopo quasi 40 anni di battaglie e di aggressioni al territorio, insieme ai lavoratori, alle famiglie dei lavoratori deceduti, alle associazioni, questa sentenza segna un punto importante», concludono.