Marco Parisi torna al Circolo della Stampa con il primo volume della quadrilogia dedicata agli Hiperionidi. Venerdi’ scorso una nuova presentazione per il giovane scrittore avellinese e il suo libro d’esordio pubblicato Casa Editrice Montecovello. Stavolta al suo fianco ci sono Fiore Carullo nel ruolo di moderatore, l’artista e presidente di ”Nel segno dell’arte Generoso Vella e il prof. universitario Giuliano Minichiello.
Secondo Fiore Carullo, Marco Parisi “rilancia l’importanza della cultura greca e dei classici attraverso un viaggio ricco di peripezie, colpi di scena e situazioni capaci di mantenere alta l’attenzione del lettore e coinvolgerlo nelle avventure dei protagonisti e alla scoperta dei valori piu’ forti”.
Atteso e ricco di contenuti l’intervento del prof. Giuliano Minichiello, gia’ direttore didattico della Facolta’ di scienze dell’educazione all’Universita’ degli studi di Salerno:
“La storia di Marco Parisi è la storia di Elio , Selene e Eos che decidono di liberare il padre dalla prigionia a cui l’ha condannato Astreo. Il romanzo è la storia di quest’impresa.
Il libro racconta questa storia con una tale capacità fascinatoria che attrae il lettore , lo avvince e non gli consente di interrompere la lettura del libro, che va letto necessariamente fino in fondo, poiche’ ogni pagina riserva una sorpresa, una novità. E’ un libro che denota una grande capacita’ inventiva dell’autore,un grande senso dell’avventura e una notevole perspicacia psicologica. Elio, Selene, Eos progrediscono nel corso della storia, prendendo coscienza e consapevolezza dei loro prodigi, di cio’ che è in loro potere e cio’ che non lo è. Inizialmente sono un po’ tutti sprovveduti, l’autore li prende in giro: Elio è considerato uno che fa solo gaffe e Selene una bambina che parla un linguaggio infantile e volgare. E’ evidente poi una sotterranea vena poetica molto evidente soprattutto nell’episodio in cui la piccola Pandia stabilisce che la felicita’ balla tutto intorno al mondo proponendo come immagine , una specie di girotondo costituito da uomini felici. Un’immagine di pura poesia non trascurabile.
Il linguaggio con cui il libro è scritto non è univoco, non è monocorde, non è prosastico. Riconosce molti fasti stilistici ed è un linguaggio che va dal realistico al fantastico, dall’osceno al poetico, dal sensibile all’ultra sensibile. Tutti i possibili stili narrativi sono presenti nel libro e questo è fondamentale per l’opera di Marco. Non da sottovalutare,poi, l’assurda padronanza dalla disciplina. Lo scrittore non perde uno solo dei fili che tesse intorno al mondo che sta costruendo sulla carta . Alla fine si ritrovano tutti e le diverse storie si intrecciano tra loro, si collegano , si schierano, ci sorprendono ma sempre con una grandissima coerenza”.
A chiusura di intervento il professore s’interroga e fa interrogare il pubblico su cos’è il mito e cosa lo fa morire il mito: ” Il mito è qualcosa che sta gia’ oltre le vicende raccontate. Le storie diventano mitiche se un autore ne parla come hanno fatto Omero, Esiodo e decade il mito perche’ muore cio’ che lo anima e cioe’ è quello che i greci chiamano “thaumazein” ovvero la meraviglia, lo stupore, da cui appunto nasce un mito. E’ l’incantato quindi a partorire il mito. Marco Parisi non lo dice esplicitamente ma per caso lo confessa quando presenta Iride , la dea dell’arcobaleno, dalle cui mani sprigiona i colori che compongono l’arco con il quale l’uomo si congiunge alla divinita’. Un grande studioso della grecita’, Giorgio Colli, afferma che gli dei nascono da uno sguardo sul cespuglio che diventa lo spunto sensibile da cui nasce il meraviglioso, l’incantato e quindi il mito. Oggi, il mito muore perche ‘ non siamo piu’ capaci di sorprenderci , di meravigliarci. Per noi tutto è scontato e il massimo della sorpresa la troviamo nel conoscere come funziona l’ultimo modello dello smartphone .Questo spiega perche’ non abbiamo piu’ miti e nemmeno piu’ storie da raccontare. Marco Parisi ha ridato luce al mito e avverte il pathos di questo originario venire alla luce del mondo ed è in grado di restituircela” conclude Minichiello.
Al tavolo del circolo della stampa anche il giornalista e presidente dell’associazione ‘’Nel segno dell’arte ‘’ che ha collaborato alla realizzazione dell’evento e offerto anch’egli una propria analisi critica sul libro: “Marco Parisi racconta una Grecia quasi inedita, diversa ,poco conosciuta, un affascinante mondo caratterizzato da mistero, avventura e contraddizioni e lo attualizza attraverso uno studio appassionato e approfondito della mitologia classica e un linguaggio di estrema chiarezza e semplicità.
Dà la voce agli dei e agli eroi meno conosciuti della Grecia, li umanizza , ne’ esalta i loro punti di forza e fa conoscere le loro debolezze . Essi rappresentano lo specchio della collettività odierna e talvolta si offrono come modello da seguire per mezzo di profondi insegnamenti e intelligenti punti di vista.
Per gran parte del volume vincono i sentimenti umani e una lotta alla sofferenza e lo strumento che aiuta ad affrontare le avversita’ è , per Pan e Selene, l’amore, da cui traggono nuova forza e proprio da quest’unione hanno iniziato a dare un valore alla loro vita.
Nel romanzo c’è spazio per tutte le sfaccettature della vita e al centro di essa è collocata la figura femminile. Secondo Rhodos, e quindi secondo Parisi, le donne vanno riempite d’attenzione, vanno collocate “al primo posto, al centro di tutto, rappresentano il piu’ grande tesoro che si possa avere e fin da piccoli andrebbe insegnano agli uomini a rispettarle . E proprio con Rhodos, l’autore mette in evidenza il coraggio delle donne, di quelle vere, forti e ricche di coraggio. La dea dell’isola di Rodi preferisce morire pur di salvare i propri figli e rivela che l’amore vuol dire rischiare di perdere qualcosa per il bene degli altri. Una bella lezione d’amore e di genitorialita’ che conferma il trionfo di sentimenti e di saggezza che fanno di questo libro, qualcosa in piu’ di un semplice romanzo configurandolo in un’opera in cui vibrano le corde del buon senso e le ragioni del cuore” chiude Vella.
Agli interventi dei due relatori si sono aggiunti anche i saluti di alcuni amici dell’autore come il redattore di La COOLtura Ettore Barra e della prof Prof.ssa Gaetana Aufiero che hanno particolarmente elogiato Parisi e fatto risaltare la validita’ e l’originalità della storia narrata.
A chiusura di evento, le dichiarazioni dell’autore che esorta il pubblico “a non smettere di sognare e fantasticare in un’epoca in cui non riusciamo a percepire la nostra condizione e non diamo alla nostra storia e al nostro passato. Rifiutare la storia vuol dire perdere noi stessi e le proprie origini. Oggi rinunciamo tutti alla capacità di immaginare e in tal modo si giustifica il cyberbullismo e gli insulti sul web dove non c’è più rispetto per nessuno. La scrittura invece puo’ aiutarci a vivere meglio, per me è una terapia poiche’ consente di sfogarsi, di ragionare e discutere su diverse tematiche e sono convinto che oggi, malgrado i tempi difficili, ci sia ancora la possibilità di essere positivi, raccontare belle storie, guardare alla felicita’ e pensare che giri tutta intorno a noi” afferma Marco Parisi.