La scomparsa di Giovanni Conte, vicepresidente della Fondazione San Giovanni Battista.

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Calendarizzare un delicato intervento chirurgico dopo la giornata conclusiva di uno dei suoi tanti progetti di impegno civico e sociale è stato l’ultimo gesto di generosità di Giovanni Conte. Classe 1942, foggiano di nascita, sangue irpino da generazioni, Giovanni Conte, già dirigente Enichem di lungo corso, negli ultimi trent’anni della sua vita si è impegnato anima e corpo per la ‘sua’ Villanova del Battista che proprio ieri, nella Parrocchia Santa Maria Assunta, gli ha dato l’ultimo saluto, anche in diretta streaming per favorire il rispetto delle normative anti Covid e per raggiungere nel contempo anche i tanti villanovesi che vivono nei diversi luoghi del mondo (www.facebook.com/parrocchiasantamariaassuntavillanovadb/videos/774887286540446).

 

Un impegno con due linee guida principali quello di Giovanni Conte: il futuro dei giovani dell’entroterra del Mezzogiorno e il futuro ‘green’ dell’Italia. Una scelta non casuale quest’ultima per chi ha speso la prima parte della sua vita all’interno del settore petrolchimico toccando con mano quelli che oggi sono alcuni dei temi nevralgici in cui è impegnata l’Unione Europea e non solo: energia, cambiamenti climatici ed ambiente.

 

“Plastic Free Waters” è la denominazione di uno dei suoi tanti progetti di sostenibilità ambientale ed economica ideato da vicepresidente della Fondazione San Giovanni Battista e diretto agli studenti dell’Istituto Comprensivo “Benedetto Croce” di Flumeri e Villanova del Battista. Per incontrare quei ragazzi a fine Giugno nel consueto appuntamento di fine anno con la consegna delle borracce ‘plastic free’ ha voluto essere presente a Villanova prima di farsi ricoverare all’Ospedale di ‘Padre Pio’ a cui era devoto: l’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Ad attenderlo un delicato intervento chirurgico per la rimozione di un tumore polmonare. Non era la prima volta che avrebbe dovuto rinunciare ad un pezzo dei suoi polmoni. Da anni combatteva con dignità ed ottimismo coinvolgente la sua battaglia contro il cancro. “Anche in questo caso guardando sempre al domani e alla realizzazione di nuovi progetti” come racconta Carmelina Maraia, già vicepresidente della Fondazione San Giovanni Battista.

 

Insegnare, divertirsi, crescere e conoscere per vivere meglio: erano queste le parole d’ordine della sua azione sociale quotidiana e non c’era malattia che potesse fermarlo. Così come era successo del resto al fratello Mario, magistrato impegnato sul fronte della lotta alle mafie nella stagione di Falcone e Borsellino e stroncato da una grave malattia oncologica dopo anni di ‘combattimento’ affrontati sempre a testa alta e senza mai lasciare l’impegno quotidiano al servizio della giustizia. Come ricorda la targa con cui gli è stata intitolata la Sala Consiliare del Comune di Villanova del Battista.

 

Valori e tempra di famiglia. Trasmessi ai tre figli da Mario Conte, sindaco di Villanova del Battista per un quarto di secolo dal dopoguerra al 1970, quando non c’erano restrizioni di mandato e nei piccoli paesi il vertice dell’amministrazione era un ‘pater familias’. “Si governava davvero nell’interesse della comunità – raccontava spesso Giovanni – e oggi ognuno di noi può e deve continuare ad essere al servizio della comunità anche da privato cittadino con il grande lavoro delle associazioni”.

 

Lo faceva anche con il Rotary Club di Manfredonia, sua città d’adozione e d’elezione mai lasciata nemmeno negli anni del lavoro a Milano per non staccarsi mai del tutto dalle sue ‘terre’. Sull’asse irpino foggiano costruiva spesso iniziative comuni. Era in prima fila il 7 Settembre 2019 nel giorno della presentazione del “Manifesto di Accadia” (www.fondazionesalvatore.it/it/manifestodiaccadia): dieci punti per il futuro del Mezzogiorno e dei suoi giovani attorno ai quali la Fondazione Salvatore ha raccolto l’adesione di oltre quaranta sindaci dell’entroterra di Puglia e Campania (da Ariano Irpino ad Orsara di Puglia, da Bovino a Trevico ed ovviamente a Villanova del Battista) e di numerosi Rettori delle Università del Mezzogiorno. Nel decalogo ci sono anche la green economy e la formazione dei giovani. La sintesi dell’impegno di Giovanni per la Generazione G come gli piaceva chiamarla. Lo ricordano ancora anche le magliette della manifestazione per i valori dello sport che due anni fa aveva contribuito a fondare insieme con l’associazione sportiva “U.S.D. Villanova 2006” e con il patrocinio del Coni. “Lo sport come pratica pedagogica e come momento di aggregazione sociale e culturale delle diverse realtà del territorio ed in particolare dei giovani provenienti da associazioni sportive di tutta Italia”. Era il suo sogno frenato per ora dalle restrizioni della pandemia.

 

“Era un moltiplicatore di bene, di impegno, di altruismo, di serietà e di responsabilità”, ha ricordato nel corso della cerimonia funebre l’attuale Sindaco di Villanova del Battista, Raffaele Panzetta. Ed in effetti l’elenco di progetti sociali e culturali ideati da Giovanni Conte sarebbe lunghissimo. Alla formazione storica, artistica e culturale dei giovani aveva, per esempio, dedicato anche un Premio intitolato alla memoria dei suoi genitori “Iole Grassi e Mario Conte”. Valori ed insegnamenti di famiglia che oggi restano tra le mani della moglie Lina, compagna esemplare di una vita intera e del fratello Ernesto, non a caso anche loro due docenti al servizio della generazione G.

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