Mamma Schiavona accoglie tutti e perdona tutto. Come ogni anno si ripete il miracolo della Candelora. In duemila arrivano a Montevergine, armati di tammorre e castagnole per rendere omaggio alla Madonna irpina. Tantissimi i fedeli giunti non solo dalla provincia di Avellino, ma anche dal napoletnao e dal salernitano, arrivati in vetta grazie alle navette partite da Ospedaletto e alla funicolare messa in funzione per l’occasione. Come da tradizione, tantissimi i femminielli e le trans giunte sul monte per ringraziare la Madonna che salvò, avvolgendoli nel suo caldo manto, due giovani omosessuali abbandonati legati ad un albero, dopo essere stati scoperti a baciarsi.
Una giornata che da tempo unisce al rito religioso, la rivendicazione per i diritti civili. Come ogni anno, Wladimir Luxuria, la più famosa tra i devoti alla Madonna di Montevergine, ha acceso la sua candela e rivolto le sue personali preghiere. Con lei tanti attivisti dell’universo lgbt.
“Per me il 2 febbraio è la data in cui essere a Montevergine. Vengo qui per devozione, la Candelora va rispettata sempre”. Nessuna battuta sulla campagna elettorale “la politica l’ho lasciata a valle, oggi ci votiamo solo alla Madonna”, scherza Luxuria che, però, ricorda “da qui, prima ancora che lo dicesse Papa Francesco, è partito anni fa l’appello per una Chiesa inclusiva che spalanca le porte a tutti coloro che hanno una preghiera da fare e che affidano la propria speranza alla mamma di tutti, Mamma Schiavona. Sono convinta che più passerà il tempo, più la gente omofoba sarà minoranza. Noi, tutte le persone che credono nell’uguaglianza, cioè il popolo di Mamma Schiavona, vinceremo. So che l’Abate ha invitato Papa Francesco qui a Montevergine, sarebbe un sogno che si avvera. Da qui è partito il messaggio per una chiesa più inclusiva, grazie a quei sacerdoti più illuminati come don Vitaliano della Sala e don Andrea Gallo, fino ad arrivare ad un Papa”.
La fitta nebbia dunque non ha fermato i devoti a Mamma Schiavona. Una festa vera e propria fatta di suoni e colori, odori e sapori: Montevergine, come ogni 2 febbraio, ha saputo dimostrare di essere la culla dell’inclusione. Qui, sotto lo sguardo vigile della Madonna, le differenze non contano nulla. Tutti sono figli della stessa Mamma.