L’amara verità: con gli impianti sciistici chiusi, il turismo ne risente eccome sull’Altopiano del Laceno.
La stima è del 75% in meno. L’assessore al turismo del Comune di Bagnoli Irpino Rino Ferrante in una intervista al Quotidiano del Sud ammette che il colpo per tutta l’economia che ruota intorno alla stazione sciistica è catastrofica.
“Gli impianti di risalita servono eccome. Domenica scorsa non è mancata la gente sul Laceno, ma siamo appena al 25% circa rispetto a una domenica degli anni scorsi con le seggiovie aperte. Si registravano file di quaranta minuti, il calcolo viene di conseguenza. Naturalmente – chiarisce il vicesindaco- non possiamo non tener conto di chi ha raggiunto la meta sciistica anche solo per un giorno, per le ciaspolate nella neve, o per far divertire i bambini il Laceno, per le sue caratteristiche si presta a più attività”. Intanto per la neve che c’è a Laceno a rammaricarsi non sono solo gli sciatori che optano per altre località, facendo chilometri in più per andare a Sellata in Basilicata, Campitello Matese in Molise, Roccaraso in Abruzzo ma anche molti che dall’oro bianco traevano profitti: dai ristoratori, albergatori, noleggiatori.
Il finanziamento degli impianti resta ancora un pour parler politico, di atti concreti, di date certe neanche l’ombra. Nuvoloni burrascosi sono ormai da due anni fermi sull’Altopiano, da quel 27 maggio 2017 tutto si è fermato. Anche le speranze sono sotto i tacchi.
L’assessore Ferrante ci crede ancora: “Merito dei privati”. Ma intanto se la seggiovia non funziona è stato proprio perché la parte pubblica ha preferito intraprendere una battaglia legale infinita contro un privato che da 40 anni gestiva la località alla meglio maniera. Ora che è nelle disponibilità del Comune, non funziona un bel nulla. E’ una contraddizione oppure c’è qualcosa altro che l’opinione pubblica non riesce a capire?