La provincia di Avellino riveste un ruolo strategico nell’ambito della gestione e del coordinamento di diversi sistemi idrici dell’Italia meridionale.
Sulla base dell’attuale assetto infrastrutturale, le acque che scaturiscono nel comprensorio Irpino-Sannita ricadono al centro di un complesso sistema di interscambi idrici interregionali, sia per quanto concerne il comparto potabile che quello irriguo.
Gran parte delle risorse, captate da alcune tra le più importanti aziende acquedottistiche italiane (Acquedotto Pugliese S.p.A – Acqua Bene Comune Napoli – Alto Calore Servizi S.p.A.) vengono destinate all’approvvigionamento potabile delle Regioni Campania, Basilicata e Puglia.
L’articolato assetto idrogeologico del territorio e la molteplicità di Enti operanti e interferenti nella gestione della risorsa idrica, impongono necessariamente una pianificazione coordinata, di breve e lungo periodo, dell’uso delle acque sotterranee e superficiali: pianificazione che, basata sulle reali potenzialità degli acquiferi e sul principio di sostenibilità della risorsa, deve agevolare, a livello interregionale, i processi di interscambiabilità tra i vari sistemi di rete e garantire qualità e quantità della risorsa per le molteplici esigenze socio-economiche dell’utenza.
Non sempre l’uso e la gestione delle stesse risorse avvengono in maniera coordinata, attraverso un’organica ed approfondita conoscenza idrogeologica del territorio, né tanto meno mediante approcci di tutela conservativa, adeguati ai diversi scenari idrodinamici ed antropici realmente esistenti sul territorio.
Le popolazioni servite stanno vivendo l’alternarsi di fenomeni di siccità e di concentrazione delle piogge, che insieme mettono in forse la certezza della disponibilità d’acqua ed espongono al rischio ricorrente di frane e alluvioni.
Inoltre la vita degli ecosistemi dei fiumi è seriamente compromessa, sia per la mancata regimentazione dei prelievi, onde assicurare il rilascio in alveo del minimo deflusso vitale, sia perché l’intero reticolo idrografico costituisce il recapito finale di scarichi di acque reflue domestiche ed industriali, in molti casi non sufficientemente depurate.
L’acqua, da abbondante ricchezza, è diventata un problema non più rinviabile. Come affrontarlo?
L’entrata in vigore della nuova legge regionale sulle acque denominata “Riordino del servizio idrico integrato” con l’istituzione dell’Ente Idrico Campano” obbliga oggi a formulare alcune considerazioni e riflessioni per richiamare l’attenzione collettiva sulle problematiche ambientali e gestionali che si presentano oggi.