Il 25 novembre , “Giornata Internazionale dell’Onu per l’eliminazione della violenza contro le donne” è un grande evento che, come ogni anno, vede in prima linea Istituzioni ,Organismi di Parità, Associazioni, Comitati, Mass Media insieme per sottolineare, ancora una volta, che il fenomeno della violenza sulle donne è una violazione dei diritti umani che deve essere affrontato con ancora maggiore concretezza ed incisività.
Questo momento, caratterizzato dalla recrudescenza giornaliera dei fenomeni di violenza sulle donne e sui bambini, richiede, quindi, interventi urgenti e puntuali da parte del Governo nazionale e delle Istituzioni tutte.
Certo, passi significativi in avanti sono stati compiuti : saranno triplicati i fondi nel 2018 e nel 2019 per il finanziamento del “Piano Straordinario contro la violenza sessuale e di genere” di cui alla legge 119/13; è aumentato il numero dei centri antiviolenza e delle case rifugio. In Campania abbiamo 49 centri antiviolenza attivi secondo la mappatura a cura dell’Ordine degli psicologi della Campania; è stato previsto, con l’art. 24 del D.Lgs 80/15, il congedo indennizzato per le donne vittime di violenza. Tutto ciò è testimonianza di una chiara presa di coscienza della piaga che colpisce una donna su tre: In Italia sono 6,7 milioni le vittime, almeno una volta nella vita, di una violenza fisica o sessuale.
Recentemente l’Istat ha sottolineato come quanto nel Paese stia crescendo il tasso di occupazione femminile: se si considera la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni ,si è finalmente superata la barriera del 50% con un 51,6% ma, molto resta da fare per implementare l’occupazione femminile nelle regioni del mezzogiorno d’Italia. Nella classifica globale del gender gap report stilata quest’anno dal World Economic Forum, l’Italia precipita di ben 32 posizioni, crollando all’82 esimo posto su un totale di 144 paesi presi in esame. Nel 2015 il nostro Paese era al 41esimo posto e nel 2016 al 50esimo posto. E’ soprattutto sul fronte del lavoro e delle retribuzioni che le distanze continuano ad essere più profonde. Nel Report viene messo in evidenza come sul fronte della retribuzione ci sia una percezione molto bassa della parità salariale ” per un lavoro simile tra i sessi” con l’Italia che si classifica al 126esimo posto su 144 paesi (di questo passo viene stimato che per la parità di genere ci vorranno 217 anni.) Evidentemente le politiche poste in essere nel nostro Paese hanno bisogno ancora di maggiori concretezze ed incisività. La violenza sulle donne è un dramma dal quale si esce solamente attraverso un lungo percorso di eliminazione delle diseguaglianze basate sul genere, di affermazione culturale dell’accettazione e del rispetto della inviolabilità della persona, di abbattimento degli stereotipi sessisti ma, anche e soprattutto, attraverso la realizzazione dell’indipendenza economica delle donne. E’ noto a tutti ed a tutte che raramente viene denunciata la violenza che le donne subiscono all’interno della famiglia da parte dei mariti, conviventi etc., a causa della mancanza di libertà economica. Risulta necessario porre in essere una strategia di respiro nazionale, pertanto, oggi, 25 novembre 2017, insieme alle celebrazioni rituali.
CHIEDIAMO AL GOVERNO
1. di introdurre nel Documento di programmazione economica azioni volte a sostenere le donne, non soltanto in termini di sicurezza individuale, ma anche sotto il profilo dell’indipendenza economica, ammettendo nella legge di stabilità 2018 sia sostegni al reddito per le donne vittime di violenza, sia incentivi per le Aziende che assumono donne vittime di violenza;
2. di applicare pienamente la Convenzione di Istanbul, recepita, dal nostro Paese;
3. di garantire la continuità delle risorse destinate ai centri antiviolenza ed alle Case di Accoglienza;
4. che i Ministri competenti si attivino , con provvedimenti mirati, affinchè la Magistratura e le Forze dell’ordine possano, con certezza e rapidità, dare risposte e protezione alle donne che chiedono aiuto.