“Nella giornata di giovedì, presso la locale struttura di Via Morelli e Silvati, si è tenuta l’Assemblea Sindacale del Personale Educativo dell’Asilo Nido del Comune di Avellino, all’uopo convocata dalle scriventi Organizzazioni Sindacali Fp Cgil e Csa, per discutere nel merito delle varie problematiche del servizio.
Infatti, già da diversi mesi, nonostante i molteplici tentativi effettuati sia direttamente dallo stesso personale, sia indirettamente per il tramite dei propri rappresentanti sindacali, non solo non si è riusciti a risolvere tali problematiche, ma nemmeno si è riusciti a portarle all’attenzione degli organismi preposti per far sì che vi riponessero, come dovuto, la necessaria attenzione anche attraverso l’apertura di un tavolo di discussione e confronto. Anzi, con il passare dei mesi e con il pensionamento dell’unica guardarobiera rimasta, ovvero dell’unica unità lavorativa addetta al lavaggio e alla stiratura di tutta la biancheria utilizzata dall’asilo per il buon funzionamento del servizio ai bambini e degli indumenti da lavoro del proprio personale, la situazione è ulteriormente peggiorata, tanto che si è reso necessario ricorrere a questo strumento di lotta pur di richiamare la giusta attenzione della classe politico – dirigenziale sulle problematiche d’ordine che oltre a compromettere seriamente il buon funzionamento dell’asilo nido, ne stanno addirittura minando l’esistenza.
Se queste problematiche non verranno risolte per tempo – cosa che non ci auguriamo perché significherebbe privare della continuità educativa i tanti bambini che sono affezionati alle loro maestre quanto lo sono alle loro mamme – non vediamo altra possibilità se non quella di ricorrere ad ulteriori forme di protesta fino a che il problema non sarà affrontato per come merita, nel suo insieme e fino a che non sarà ridata la giusta dignità ad una struttura che si è sempre contraddistinta per qualità e continuità del proprio percorso educativoe scolastico.
Durante il corso dell’Assemblea, pertanto, oltre alle problematiche del personale, che pure sono emerse in termini di prevaricazioni subite e di riduzione di alcuni diritti fondamentali, quali l’orario di lavoro precedentemente concordato o la decurtazione, senza preavviso, di alcuni giorni di ferie, l’attenzione si è maggiormente soffermata sulle problematiche del servizio. Sui propri diritti lavorativi ha prevalso la salute e la sicurezza dei bambini; affrontando “in primis” le questioni della cucina, il cui servizio è stato privatizzato già da alcuni anni, ma che è sempre sotto il loro attento e vigile controllo perché la qualità dei cibi dati ai bambini non diminuisca.
Ulteriore malcontento nasce anche dal mancato coinvolgimento delle operatrici nelle scelte decisionali per l’acquisto dei giochi o delle suppellettili o per l’organizzazione del servizio. Il più delle volte, gli oggetti che arrivano non sono adatti o non sono a norma e, spesse volte, sono anche pericolosi a stare in ambienti dove mangiano, dormono, lavorano o giocano decine di bambini in così tenera età.
Ultima, tra tutte, ma non la meno importante, e quella che ha fatto decidere per l’azione di protesta, la possibilità che venga privatizzato anche il servizio del guardaroba – laddove si poteva già effettuare un’assunzione attraverso una semplice e trasparente richiesta all’Agenzia per l’Impiego – e l’ordine di utilizzare fino ad allora salviette di carta monouso. Ora, premesso che le salviette monouso non sono adatte per bambini così piccoli, perché non trattengono l’umidità e si rischia di bagnare i vestitini senza averne altri di ricambio, il paradosso è che queste salviette, sicuramente meno efficienti di quelle tradizionali, da oltre due mesi non sono ancora arrivate nemmeno per un utilizzo saltuario o provvisorio.
Le educatrici fanno sapere, per il tramite delle scriventi rappresentanze sindacali, che in mancanza di una precisa volontà dell’Amministrazione ad affrontare e risolvere tutte le attuali problematiche del servizio, si vedranno costrette, loro malgrado, a continuare nella loro azione e ad aumentare il livello della protesta perché possa essere percepita da tutti gli attori che, fino ad oggi, nel recitare la propria parte in commedia, anziché assumere un ruolo da protagonista si sono limitati a quello di semplici comparse, dei figuranti e nulla più.
Noi non sappiamo oggi se usciremo vincitori da questa lotta, ma almeno non avremo il rammarico domani, come potrebbero averlo altri, di non aver nemmeno provato a lottare per garantire un’esistenza dignitosa a questo servizio al quale si sentono legate da oltre trent’anni di attività e per la quale tutti gli encomi e i riconoscimenti più gratificanti sono sempre arrivati dai loro piccoli utenti e dalle loro famiglie”.
Seg. Gen. F.P.CGIL V. Coord. CSA
Marco D’Acunto Paolo Sarno