Le Scartoffie Beneventane di Arturo Bascetta vincono il Premio Arco di Traiano.

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Arturo Bascetta, giornalista-editore, si è aggiudicato il Premio ‘Arco di Traiano’ prodotto dalla Pro Loco ‘Samnium’ del Presidente Pino Petito. La consegna del riconoscimento è avvenuta presso la sede della Confcommercio del presidente Nicola Romano, in vista del rilancio di ‘Stregarti’ che si terrà in primavera a Benevento. L’ambito premio regionale, nato dalla rassegna fortemente voluta dal sindaco Clemente Mastella e dall’assessore alla cultura Rossella Del Prete, quest’anno è andato al giornalista napoletano, originario di Pietrastornina, che fin dall’infanzia ha percorso le strade della piccola Roma, sognando, un giorno, di scrivere un libro su Benevento, mentre a soli 17 anni già riceveva il fregio dell’Unesco club di Napoli presso il Caffè Gambrinus.

Dava così seguito alla sequela di 50 riconoscimenti nazionali e internazionali, anche come casa editrice, dal medaglione d’Argento del Presidente della Repubblica, al Patrocinio del Senato, Regioni e centinaia di comuni, dopo aver scritto almeno 100 libri e pubblicati 600 ai suoi autori, fra cui spiccano napoletani di fama come la Orlando, salernitani di stazza come Paolucci, avellinesi del calibro di Iandiorio e Polidoro, beneventani da Muscetta a Rito Martignetti, da Grazia Luongo a De Toma e Anna Maria Parente. “Di quei libri sulla nostra città – ha commentato a caldo il presidente Petito dopo aver consegnato l’attestato a Bascetta, il nostro giovane Arturo, oggi direttore di testate e della casa editrice ABE Napoli, ne ha poi pubblicati tantissimi, soffermandosi ultimamente su una Benevento sconosciuta con le cronache del 1300, 1400 e 1500, da Eliseo Danza a Niccolò Franco, tradotte per la prima volta dal latino”.

Contento il super premiato. “Sono felicissimo – ha detto Bascetta – di vedermi riconosciuto i sacrifici che noi tutti autori della ABE facciamo giorno dopo giorno per realizzare testi di storia con novità interessanti su streghe mai viste, negromanti poco conosciuti, torronari papalini, musicisti alla corte delle regine, ritratti beneventani, Draghi della Valle Beneventana, janare del Sabato che ci hanno portato lontano, nel Medioevo di Ascoli Satriano-Ariano-Apice e Canosa, dove sta l’Arco povero di Traiano, al triangolo di Marsico, Sala e Atena sul fiume Calore, che dalle antiche Abellinum e Maleventum dei pagani, vide partire Sanniti e Sanniti Irpini per stanziarsi nel Sannio papalino, passando prima dal Principato della Daunia e facendo poi della nuova Benevento, contesa da Longobardi e Normanni, l’ultima capitale del Sud, prima di lasciare lo scettro a Napoli. Perché quello che gli storici napoletani non ci hanno tramandato è che la nuova Napoli divenne capitale del Regno in S.Chiara solo dopo il terribile terremoto del 1348, e che Benevento fu capitale del vice regno Ungherese prima di quella data, e sede del Principato Ultra dopo, lasciando per quasi cento anni solo Ariano e Apice nelle mani del papa, cioè fino all’ultimo parlamento di Carlo V a Napoli, pur essendo stata sede del trono del Sud di Alfonso Il Magnifico, quando a Napoli imperversava il primo rinascimento del decennio di Isabella di Lorena e Re Renato d’Angiò”.

Non resta che aspettare la presentazione del volume sul 600° Anniversario degli Statuti di Apice, provincia papalina di Ariano e Ascoli Satriano, e i Ritratti Beneventani di Rito Martignetti, il 16 gennaio (ore 17) a Benevento, presso l’Auser Filo d’Argento al Palazzo del Volontariato, prima di leggere gli ultimi libri della ABE che saranno presentati nel corso di Stregarti, in primavera.

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