“La qualità della terra, dell’ambiente e delle produzioni agroalimentari campane è eccellente: chi consuma locale è più garantito rispetto a chi acquista prodotti esteri o di provenienza poco chiara”. Lo dichiara, in una nota, il direttore di Coldiretti Avellino e Campania, Salvatore Loffreda, al termine del “tour verità” organizzato presso l’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno di Portici, promosso da Coldiretti. Con 40.000 dati disponibili la Campania è la terra più controllata d’Italia.
Per quanto riguarda la provincia di Avellino, le attività svolte dall’Istituto nell’ambito del piano “Campania Trasparente“, non hanno riscontrato criticità anche sotto il punto di vista di stati di potenziale contaminazione. Per quanto riguarda l’acqua, sono stati analizzati nell’ultimo anno 115 campioni sui quali non sono stati riscontrati particolari casi di non conformità rispetto ai parametri. Negativa anche l’attività relativa all’inquinamento del sottosuolo. “I prodotti irpini – spiega il direttore di Coldiretti Salvatore Loffreda – sono eccellenti, l’Istituto zooprofilattico certifica ogni giorno che non vi è traccia di inquinamento. Stiamo portando avanti una “operazione verità” per garantire i consumatori e tutelare i nostri imprenditori agricoli che sono i più controllati al mondo, con produzioni tra le più salubri”.
L’Istituto Zooprofilattico per il Mezzogiorno ha suddiviso il territorio regionale in celle su cui si concentrano ogni giorno approfondite analisi ed accurati esami da parte di ricercatori ed esperti Campionamenti dei suoli, delle acque utilizzate per l’agricoltura. Ma anche gli animali e vegetali, con migliaia di campioni tra prodotti ortofrutticoli ed erba spontanea. In tutta la Campania, solo 4 campioni su quasi 3mila sono risultati non conformi. “E’ allora meglio concentrarsi su cosa ogni giorno arriva sulle nostre tavole dall’estero – ammonisce Loffreda – cagliate congelate, concentrato di pomodoro cinese, prosciutti prodotti all’estero, ortaggi venduti come italiani. Bisogna preferire prodotti irpini e campani a quelli dalle provenienze sconosciute, orientando i propri acquisti alla qualità e non al risparmio”.