Morto un lupo a Montevergine, probabilmente ucciso da un’esca avvelenata, la denuncia del WWF.

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Abbiamo sperato di non dover mai commentare la morte di un lupo in Irpinia, eppure è successo. Uno splendido esemplare di Canis lupus italicus ha finito i suoi giorni lungo i tornanti della strada che conduce al santuario di Montevergine – dichiarano Piernazario Antelmi, delegato regionale WWF Campania ed Eduardo Quarta, presidente dell’A.P.S. SOS Natura.

Bisogna attendere l’esito dell’esame autoptico che l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale effettuerà sulla carcassa dell’animale, ma se venisse confermato il sospetto avvelenamento, avremo l’ennesima prova di quanto è gravemente diffuso l’utilizzo delle esche avvelenate.

 

Riteniamo che questa azione non sia risultato dell’odio contro i lupi – aggiunge Francesca Festa, biologa e collaboratrice di SOS Natura. Al momento sappiamo solo che il lupo rinvenuto è morto laddove è stato trovato, ma non è detto – ammesso sia stato avvelenato – che proprio lì abbia mangiato il boccone letale. Se diamo credito a questa tragica ipotesi, ciò significa che sulla montagna di Montevergine potrebbero esserci altre esche avvelenate e, quindi, qualsiasi turista, escursionista o amante della natura non può portare cani con sé e, anzi, deve fare molta attenzione.

 

Non c’è motivo che giustifichi l’utilizzo dei bocconi avvelenati. In Italia, l’uso di sostanze tossiche e veleni per la cattura della fauna selvatica è stato tassativamente vietato nel 1977. Ciononostante, malgrado l’evoluzione della normativa, ancora oggi assistiamo a numerosissimi casi di avvelenamento condotti da cittadini intolleranti verso i cani randagi o i cani del vicino oppure attuati dai tartufai per eliminare i cani dei rivali in affari.

 

Ma cosa significa la morte di questo esemplare? A meno che si trattasse di un individuo solitario che stava vagando per la zona di Montevergine – continua la biologa – questo lupo faceva parte di un branco e la sua morte avrà certamente degli effetti negativi: nel caso fosse stato un lupo della coppia dominante, c.d. “alpha”, c’è il rischio che la struttura familiare si disgreghi, visto che in questo periodo i lupi manifestano l’estro sessuale e solo la coppia dominante si riproduce. Pertanto, sul partner sopravvissuto graverebbe un fortissimo stress. Nondimeno, la perdita è altrettanto grave qualora si tratti di un individuo subordinato o di un giovane nato l’anno scorso e quindi di un “helper”, ovvero un esemplare che non si è disperso e che offre il suo aiuto al branco.

 

Il WWF Campania ricorda che in Italia il lupo è specie particolarmente protetta dalla L. 157/92 ed oggetto di ricerca dal 1971. La specie è annoverata anche in appendice II, IV della direttiva Habitat (92/43/CEE), inclusa nell’appendice II della CITES e nell’appendice II della Convenzione di Berna (1979), in base alla quale sono proibiti l’uccisione ed il commercio e la distruzione delle tane. D’altro canto SOS Natura promette: come associazione denunceremo il caso con l’obiettivo di costituirci parte civile nell’eventuale procedimento penale.

Ci rivolgiamo alle Istituzioni affinché attivino le procedure previste dalla normativa di riferimento, annunciano le Associazioni. Speriamo che il Comune di Mercogliano dimostri anche in questo caso la sua preparazione sull’argomento ed allo stesso tempo chiediamo al Prefetto di Avellino di attivare il “Tavolo di coordinamento” previsto dall’Ordinanza ministeriale concernente le “Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati”, per il quale esortiamo un’immediata convocazione. Non per ultimo, offriamo la nostra collaborazione all’Ente Parco Regionale del Partenio, mettendo a disposizione le nostre risorse e competenze.

 

Ricordiamo a tutti i cittadini che solo la denuncia contro i responsabili, sospetti tali o ignoti consente di migliorare il monitoraggio del fenomeno ed i controlli sul territorio per prevenire i rischi per le persone, gli animali e l’ambiente.

 

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