Circa quattromila volumi con diverse videocassette e un percorso di studi che ha caratterizzato una Storia e un pensiero sempre in sintonia con Avellino e l’intera provincia.
Sabato 21 Marzo 2015, davanti ad un parterre di eccezione, l’ex Presidente del Senato ha partecipato all’incontro alla Biblioteca Provinciale della presa di possesso dell’immenso patrimonio librario che ha caratterizzato una vita di impegno a servizio delle Istituzioni .
Al tavolo dell’incontro moderato dal giornalista Gianni Festa, il sindaco di Avellino Paolo Foti, il Presidente della Provincia Domenico Gambacorta e il segretario generale dell’Ente Provincia, Andrea Ciccone. Festa ha evidenziato il gesto d’amore dell’uomo e politico Mancino nei confronti delle giovani generazioni e della sua terra, il sindaco di Avellino ha evidenziato la “grande lezione di stile per un gesto che certifica un gesto di grande civismo”.
Il Presidente Gambacorta ha invece sottolineato il grande valore del patrimonio librario donato da Mancino in particolare per le giovani generazioni che “potranno leggere e studiare la storia della nostra democrazia attraverso il legame del territorio con il percorso di un uomo delle Istituzioni” Chiaramente per Gambacorta, la speranza e’ che l’enorme tesoro librario conservato presso la Biblioteca Provinciale, non vado dissipato in quanto la gestione dopo la riforma delle Province passerà alle Regioni..
Infine, l’ intervento di Nicola Mancino, visibilmente emozionato, che ha evidenziato il valore della conoscenza storica con l’invito alle giovani generazioni di “non allontanarsi dalla politica, perché cambiare non solo e’ necessario, ma e’ possibile”. L’accorato intervento dell’ex vice presidente del Csm e’ stato tutto “incentrato sul tema che “la modernizzazione non puo’uccidere la coscienza e il pensiero degli uomini”. Per questo motivo, i giovani hanno il “compito di riformare la tradizione democratica, restituendo linfa e speranze all’attuale momento storico a dov’ella barbarie si cela dietro al radicalismo religioso”.
Costruire il pensiero insomma, così ha concluso Mancino, per partecipare senza paura, con la vocazione e l’umiltà all’ ascolto e alla sana lettura.