Due nuove trappole per la fauna selvatica scoperte dai Carabinieri Forestali di Monteforte Irpinio nei pressi di Baiano.
Le due trappole, stante quanto comunicato dai Carabinieri, erano costituite da lacci in acciaio.
“Si tratta – ha commentato il CABS, l’associazione di volontari esperti in antibracconaggio – di veri e propri nodi scorsoi che strangolano il malcapitato animale. Una morte lenta e dolorosa – aggiunge il CABS – che può avvenire per stretta nel collo, come nell’addome. In quest’ ultimo caso la morte sopraggiunge per rottura del diaframma. Se poi la vittima rimane presa per l’arto si può arrivare all’autoamputazione dello stesso”.
Una vera e propria sequenza dell’orrore che contraddistingue il florido bracconaggio italiano. Nella stessa provincia di Avellino negli ultimi mesi si sono già avuti ritrovamenti di trappole tra cui proprio i famigerati “lacci”.
Secondo il CABS a rimanere uccisi nelle trappole non sono solo specie della fauna selvatica, come lupi ma anche cinghiali e altri ungulati. A perire, infatti, possono essere gli animali domestici, come cani e gatti. Per il CABS andrebbero subito inasprite le pene con l’introduzione nella legge di settore dei reati-delitti, così come già avviene per i cosiddetti animali d’affezione. “I reati di semplice contravvenzione – ha concluso il CABS – come quelli attualmente posti ad improbabile difesa della fauna selvatica, non costituiscono un vero deterrente”.